Malcolm Little, noto come Malcolm X (Omaha, 19 maggio 1925 – New York, 21 febbraio 1965), attivista statunitense a favore dei diritti degli afroamericani e dei diritti umani in genere, è considerato, insieme a Martin Luther King, uno dei più grandi ma controversi, capifila afroamericani del XX secolo. Fu assassinato a New York da membri dell’organizzazione di cui era stato portavoce, la Nation of Islam.
Con una lunga evoluzione del suo pensiero, che vide schierarsi con lui anche il campione di Box Muhammed Alì, sostenne che la religione islamica fosse capace di abbattere ogni barriera razziale e ogni forma di discriminazione.
Malcolm X, era il settimo di 11 figli di Earl Little, un pastore battista, e di Louise Norton, un’immigrata di Grenada, a quel tempo sotto l’impero britannico. Entrambi i genitori avevano aderito alla Universal Negro Improvement Association, il movimento pan-africanista di liberazione dei neri, fondato dal politico giamaicano Marcus Garvey nel 1914.
A quel tempo tra i gruppi razzisti più attivi vi era il Ku Klux Klan, fondato da ex.sudisti nel 1867 nel Tennessee, messo fuorilegge nel 1869 e rinato in Georgia nel 1915. Proprio a loro, nel 1931, si deve la morte del padre di Malcolm per aver predicato in quartieri segregati dei neri.
– Nel 1937, a causa della difficoltà finanziaria per la sopravvivenza, la famiglia di Malcon ha iniziato a disgregarsi. Malcolm venne affidato ad alcuni amici. L’anno seguente fu espulso dalla scuola per “cattiva condotta e comportamento anti-sociale” e venne spedito nella casa di correzione di Lansing.
– Nel 1939, gli assistenti sociali e il giudice decisero, per l’aggravamento della malattia, di rinchiudere la madre Louise in manicomio. Intanto Malcolm, nella casa di correzione dello Stato del Michigan, si mostrava un brillante studente, anche se sente molto forte la discriminazione che pesa sulla sua carriera dell’avvocato.
Poco tempo dopo, insieme alla famiglia, si trasferisce nel ghetto nero di Boston dove lavora come lustrascarpe e come tuttofare nei ristoranti e treni. Entrato in un gruppo di anarchici, lascia il lavoro per trasformarsi in un organizzatore di scommesse clandestine, spacciando anche la droga. Successivamente è ricercato dalla polizia e, nel 1945, ritorna a Boston e si mette a capo di una banda di rapinatori, ma l’esperienza ha vita breve.
– Nel 1946, viene arrestato per una banale rapina e condannato a dieci anni di carcere.
– Dal 1946 al 1952, Malcolm soggiornò in tre carceri del Massachussetts. Ma tra il 1948-1951, nella colonia penale di Norfolk avviene la sua trasformazione. Tramite il fratello Reginald, entra in contatto con la Nazione dell’Islam e col suo capo Elijah Poole, che intanto aveva assunto il nome di Elijah Muhammad. La Nazione dell’Islam predicava il separatismo autosufficiente dei neri dai bianchi, metteva in evidenza il razzismo della religione cristiana e lottava, secondo i principi dell’islam, contro la droga, il tabacco, l’alcol, i cibi impuri e ogni forma di vizio.
Malcolm inizia a studiare e a leggere, nello stesso tempo predica tra le mura del carcere. Diventa pericoloso al punto che per evitare problemi le autorità carcerarie decidono di liberarlo.
Tornato libero, trova lavoro come commesso, si stabilisce a Inkster, ghetto nero di Detroit, e prende la decisione di cambiare il cognome in “X”, a perenne ricordo della privazione del suo vero nome africano a cui i bianchi avevano assoggettato i suoi antenati in schiavitù nel Nuovo Mondo.
Lavora anche, come operaio, alla catena di montaggio di un’industria automobilistica per poi passare ad essere “rettificatore” a una fabbrica di camion, Gar Wood.
In seguito, diventa il più infaticabile predicatore della Nazione dell’Islam. Apre e organizza nuove moschee e trasforma la Nazione dell’Islam in un dinamico gruppo politico-religioso di “musulmani di colore, separatisti e rigidamente organizzati”.
– Nel 1958, si sposa con una compagna del suo movimento, Betty Shabazz e si stabilisce a New York
– Nel 1963 e 1964, decise di fondare con un gruppo di seguaci, “l’Organizzazione dell’Unità Afroamericana”. I viaggi in Europa, Medio Oriente e Africa, gli offrono il destro per diffondere le sue idee, che comprendono due punti fondamentali:
- per una più stretta intesa con gruppi antisegregazionisti operanti nel Sud e nel resto del paese e il tentativo di internazionalizzare il problema dei neri, per intese con paesi arabi, soprattutto africani.
- per prendere una posizioni più forte contro il governo degli Stati Uniti, in politica interna ed estera.
Non condividendo il pacifismo di Martin Luther King, rompe con lui dopo la marcia su Washington.
Inizia la fine per lui, durante la visita al Cairo è vittima di un tentativo di avvelenamento.
Il 14 febbraio 1965, subisce un attentato dinamitardo che gli incendia la casa da cui a stento si salva con moglie e figlie.
– Il 21 febbraio 1965, sette giorni dopo, doveva tenere una conferenza a New York. Aveva chiesto di tener lontani tutti i giornalisti e di non perquisire nessuno. Non fece neppure in tempo a iniziare il suo discorso che 3 uomini seduti in prima fila lo colpirono con 16 proiettili, di cui 3 mortali.
– Nel 1997, sua moglie Betty, è stata uccisa da un nipote dodicenne, anche lui di nome Malcolm.
Chi è stato ad uccidere Malcom X? C’è chi sospetta dei suoi collaboratori, chi dell’FBI e chi ancora della malavita organizzata e del traffico di droga che, a causa sua, avevano subito un netto calo degli affari.
Di recente, una delle figlie di Malcolm, Qubilah Shabazz, ha accusato l’attuale capo della Nazione dell’Islam, Louis Farrakhan, di essere stato il mandante dell’assassinio.
David Zahedi