Le tre navi di Cristoforo Colombo salparono il 6 settembre 1492 verso la nuova terra. Navigarono per un mese senza senza vedere la terra.
Il 6 ottobre Cristoforo Colombo registrò di aver percorso 3652 miglia, cento più del previsto. Lo stesso giorno vi fu una riunione generale dei comandanti a bordo della Santa Maria, durante la quale Martín Pinzón suggerì di cambiare rotta da ovest a sud-ovest, così, il 7 ottobre Colombo decise di virare verso sud-ovest. Il giorno 10 ottobre, nella nave, vi fu un principio di ammutinamento; Colombo, più che mai fermo nella propria idea e forte degli studi che aveva compiuto nel corso del viaggio, riuscì a ottenere un accordo: se entro tre o quattro giorni non avessero avvistato la terra sarebbero tornati indietro. Giovedì 11 ottobre videro il primo segnale positivo: videro un bastone e un fiore fresco, segno che la terra era vicina. Alle due di notte di venerdì 12 ottobre 1492, Rodrigo de Triana, a bordo della Pinta, vide per primo la terra.
La mattina del 12 l’equipaggio riuscì a sbarcare su Guanahani, l’isola chiamata così dagli indigini. Colombo la battezzò Isola di San Salvador; presumibilmente l’isola delle Bahamas. Nell’isola, Colombo e i suoi marinai, furono accolti con grande cortesia dai Taino, la tribù abitante dell’isola.
Colombo di loro sottolineò più volte la gentilezza e lo spirito pacifico: “Gli abitanti di essa […] mancano di armi, che sono a loro quasi ignote, né a queste son adatti, non per la deformità del corpo, essendo anzi molto ben formati, ma perché timidi e paurosi […] Del resto, quando si vedono sicuri, deposto ogni timore, sono molto semplici e di buona fede, e liberalissimi di tutto quel che posseggono: a chi ne lo richieggia nessuno nega ciò che ha, ché anzi essi stessi ci invitano a chiedere”. (Cristoforo Colombo, prima relazione sul viaggio nel Nuovo Mondo, 14 marzo 1493)
Francesco Murini