L’IRRUZIONE A VERSAILLES

Nel clima della Grande Paura, che sconvolse le campagne tra luglio e agosto del 1789, la figura di Maria Antonietta personificava gli orrori di una sanguinosa controrivoluzione. Dopo lo scandalo della collana, il 1º ottobre, al palazzo di Versailles fu data una cena in onore dei reggimenti di Fiandra, ma a Parigi si diffuse la notizia che si fosse svolta un’orgia anti-rivoluzionaria.
Così, il 5 ottobre, una folla armata, per lo più composta di donne, marciò su Versailles, per chiedere pane al re e presentargli una petizione, con la speranza di migliorare le cose.
La mattina del 6 ottobre, gli appartamenti reali furono invasi; la regina Maria Antonietta fu insultata e ci furono dei morti tra la folla e le guardie. Dopo questo episodio, la famiglia reale decise a trasferirsi a Parigi, nel palazzo delle Tuileries, sotto la vigilanza della guardia nazionale.

Così, la reggia di Versailles, l’antica residenza reale dei Borbone di Francia, fu abbandonata per la sicurezza dei Reali.
La città di Versailles era nata dalla scelta di questo luogo da parte del giovane Luigi XIV per allontanarsi dalla capitale e dai suoi cittadini, temuti e considerati difficili da tenere sotto controllo. 

Nel 1792, in seguito alla caduta della monarchia, fu anche saccheggiata da vandali. Napoleone Bonaparte pensò di renderlo il palazzo imperiale, ma Versailles rimase inutilizzato fino al ritorno della monarchia. Infine, Luigi Filippo, affidò al suo ministro Camille Bachasson, conte di Montalivet il compito di trasformare il castello in un museo: con la dedica “A tutte le glorie della Francia” posta sui frontoni di ogni ala.

David Zahedi