Da bambino, era così grazioso da essere soprannominato “gioiellino”.
Il pittore francese Henri de Toulouse-Lautrec (Albi, 24 novembre 1864 – Saint-André-du-Bois, 9 settembre 1901), è considerato fra le figure più significative dell’arte del tardo Ottocento. Un importante artista post-impressionista, illustratore e litografo che immortalò nelle sue opere molti dettagli dello stile di vita bohémien della Parigi di fine Ottocento. Nello stesso periodo lavorò anche come illustratore per la rivista Le Rire.
Henri-Marie-Raymond de Toulouse-Lautrec-Montfa era il primogenito del conte Alphonse-Charles-Marie de Toulouse-Lautrec-Montfa e della contessa Adèle-Zoë-Marie-Marquette-Tapié de Céleyran. La famiglia era discendente di Raimondo V conte di Tolosa, padre di Baudouin, che nel 1196 avrebbe dato origine alla stirpe, contraendo matrimonio con Alix, viscontessa di Lautrec. La famiglia Toulouse-Loutrec, nel XIX secolo, rappresentava una tipica aristocrazia di provincia, proprietaria terriera, che conduceva una vita agiata tra i vari castelli di proprietà nel Midi e nella Gironde grazie ai proventi dei loro vigneti e poderi. A Parigi erano proprietari di immobili e possedevano una tenuta di caccia nel Sologne. Frequentavano l’alta società e il padre, appassionato di ippica, seguiva le corse a Chantilly. Tutti i membri della famiglia, chi di più e chi meno, risentivano ancora dell’effetto dei matrimoni tra consanguinei delle precedenti generazioni, cosa che provocò anche a Henri delle malattie genetiche. Il suo fratello, Richard, nacque nel 1867, ma morì l’anno seguente.
Tutto questo portò il pittore a una fragilità fisica che gli provocò una morte prematura, il 9 settembre 1901, a 37 anni.
La sua infanzia fu molto sofferta, nel 1878, in casa, Henri cadde e si ruppe il femore sinistro; l’anno successivo cadde in un fossato si ruppe l’altra gamba. Essendo affetto da picnodisostosi, le fratture non guarirono mai e le sue gambe smisero di crescere, così che da adulto rimase alto solo 152 cm. Aveva sviluppato un busto normale ma ale sue gambe erano di soli 70 cm, come quelli di un bambino.
Naturalmente, tutti questi problemi fisici, lo rendevano inadatto alle attività sportive e sociali, così, Lautrec si immerse completamente nella sua arte.
Dall’infanzia conosceva René Princeteau, un pittore sordomuto amico del padre, che si occupò della sua prima fase artistica. Lo portò al circo e a teatro e lo spinse tra il 1878 ed il 1881 a dipingere soggetti “sportivi”.
Inizialmente, Henri, su espressa richiesta del padre che non voleva che il buon nome della famiglia “venisse infangato”, firmava i suoi primi lavori con lo pseudonimo Monfa poi Tolav- Segroeg e nell’esposizione del 1887 con Treclau, anagramma di Lautrec.
In questa fase la famiglia iniziò ad incoraggiarlo; la madre infatti lo definì “nostro futuro Michelangelo”.
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Nausica Baroni