“Lo Stato che noi vogliamo instaurare sarà nazionale e sociale nel senso più lato della parola: sarà cioè fascista nel senso delle nostre origini”.
(Benito Mussolini, dal discorso di Radio Monaco del 18 settembre 1943.)
Fu fondata durante la Seconda guerra mondiale, il 23 settembre 1943, il suo primo consiglio dei ministri si tenne il 28 settembre 1943, alla Rocca delle Caminate, presso Forlì, per nominare i responsabili del nuovo governo repubblicano fascista.
La Repubblica Sociale Italiana, La repubblica di Salò o RSI fu uno Stato creato da Benito Mussolini per volontà di Adolf Hitler, con volontà anche da parte del Duce di sottrarla alll’Italia.
La cittadina lombarda sulle rive del Garda non era né la capitale de facto, né la città sede del Capo di Stato e del governo, ma avvenivano gli incontri di relazione estera, essendo anche sede del Ministero della Cultura Popolare e degli Esteri e la maggior parte dei dispacci ufficiali recavano l’intestazione “Salò comunica…”.
Si può definirla uno “Stato fantoccio” della Germania nazista; Salò non venne riconosciuta da molti paesi della comunità internazionale, considerata erede del Regime fascista italiano dalla Germania, che la riconobbe ma esercitò su di essa un protettorato de facto. Fu riconosciuta anche dall’Impero giapponese, la Slovacchia, l’Ungheria, la Romania, la Croazia, la Bulgaria, la Francia di Vichy e il Manciukuò.
Inizialmente la sua attività amministrativa si estendeva nominalmente fino alle province settentrionali della Campania, ritirandosi progressivamente sempre più a nord, in concomitanza con l’avanzata degli eserciti angloamericani.
Il 22 aprile del 1945, Benito Mussolini dichiarò: “I nostri programmi sono decisamente rivoluzionari le nostre idee appartengono a quelle che in regime democratico si chiamerebbero “di sinistra”; le nostre istituzioni sono conseguenza diretta dei nostri programmi; il nostro ideale è lo Stato del Lavoro. Su ciò non può esserci dubbio: noi siamo i proletari in lotta, per la vita e per la morte, contro il capitalismo. Siamo i rivoluzionari alla ricerca di un ordine nuovo. Se questo è vero, rivolgersi alla borghesia agitando il pericolo rosso è un assurdo. Lo spauracchio vero, il pericolo autentico, la minaccia contro cui lottiamo senza sosta, viene da destra. A noi non interessa quindi nulla di avere alleata, contro la minaccia del pericolo rosso, la borghesia capitalista: anche nella migliore delle ipotesi non sarebbe che un’alleata infida, che tenterebbe di farci servire i suoi scopi, come ha già fatto più di una volta con un certo successo. Sprecare parole per essa è perfettamente superfluo. Anzi, è dannoso, in quanto ci fa confondere, dagli autentici rivoluzionari di qualsiasi tinta, con gli uomini della reazione di cui usiamo talvolta il linguaggio”.
Venuta meno de facto negli ultimi giorni dell’aprile 1945, la RSI cessò ufficialmente di esistere con la resa di Caserta del 29 aprile 1945.