Giorgio Vasari (Arezzo, 30 luglio 1511 – Firenze, 27 giugno 1574) è stato un pittore, architetto e storico dell’arte italiano fortemente influenzato dal primo manierismo di Michelangelo, di Raffaello e della cultura veneta. Come architetto fu la figura chiave delle iniziative promosse da Cosimo I de’ Medici, contribuendo, grazie anche alla protezione di Sforza Almeni, a grandi cantieri a Firenze e in Toscana.
Giorgio Vasari inizia il suo percorso artistico nella bottega del francese Guglielmo Marcillat, pittore ed autore dei cartoni delle vetrate del Duomo di Arezzo.
– Nel 1524 si reca a Firenze, dove frequenta la bottega di Andrea del Sarto e l’accademia di disegno di Baccio Bandinelli.
– Nel 1527, ritorna ad Arezzo dopo tre anni, dove incontra il Rosso Fiorentino.
– Nel 1529, insieme a Francesco Salviati, lavora nella bottega di Raffaello da Brescia: poi si dedica anche all’arte orafa presso Vittore Ghiberti. Poco dopo, chiamato e protetto dal cardinale Ippolito de’ Medici, Vasari parte per Roma, dove con l’amico Salviati, condivide lo studio dei grandi testi figurativi della maniera moderna.
– Tra 1536 e il 1539 vive tra Roma, Firenze, Arezzo e Venezia, dipingendo varie opere, tra cui ricordiamo il ritratto del Duca Alessandro de’ Medici, una Natività per l’eremo di Camaldoli, l’Allegoria dell’Immacolata Concezione per la chiesa di S. Apostoli a Firenze.
Rientrando poi nella città natale, intraprende la decorazione pittorica della sua casa.
– Tra 1542 e il 1544, lavora soprattutto fra Roma e Firenze; la sua produzione di pale di altare si fa sempre più intensa, e va sempre più definendosi il suo linguaggio figurativo.
– Nel 1550, esce la prima edizione dell’opera a cui è più legata maggiormente la fama del Vasari: “Le vite de’ più eccellenti architetti, pittori, et scultori italiani, da Cimabue insino a’ tempi nostri”, noto anche come “Le Vite” in cui Vasari riordina tutto il materiale e le notizie raccolte dal 1540 sulla vita e sulle opere degli artisti. Questo trattato, preceduta da un’introduzione di natura tecnica e storico-critica sulle tre arti maggiori “architettura – scultura – pittura”, è una vera e propria pietra miliare della storiografia artistica, punto di partenza tutt’oggi imprescindibile per lo studio della vita e delle opere dei più di 160 artisti descritti. E’ proprio in questo periodo che conosce Michelangelo Buonarotti, il quale gli consiglia “lo studio delle cose di architettura”.
Dopo qualche anno Vasari si trasferisce di nuovo a Roma, dove mantiene uno stretto rapporto con Michelangelo e lavora al servizio di Papa Giulio III, il quale gli affida, insieme all’Ammannati, la decorazione della cappella con la tomba del cardinale Antonio del Monte, a San Pietro in Montorio.
– Nel 1554, torna di nuovo ad Arezzo, chiamato a progettare il coro del Duomo. Poco dopo, si trasferisce con la famiglia a Firenze, su invito del duca Cosimo I de’ Medici, che finalmente lo assume a tempo pieno. Questo coincide al periodo in cui Vasari rivede la posizione artistica di Firenze.
– Nel 1555, Cosimo I gli affida i lavori di ristrutturazione e di decorazione di Palazzo Vecchio, che vuole trasformare in residenza principesca. Successivamente gli viene affidata anche la costruzione del Palazzo degli Uffizi, che verrà compiuta nel 1580, sei anni dopo la sua morte.
– Nel 1563, esegue gli affreschi della volta del Salone di Cinquecento di Palazzo Vecchio, la cui decorazione complessiva sarà la più grandiosa.
– Nel 1965, gli verrà affidato l’incarico del cosiddetto Corridoio Vasariano, che congiunge gli Uffizi a Palazzo Vecchio attraverso l’antico Ponte Vecchio.
– Nel 1968, finisce la seconda stesura delle “Le Vite”, un arricchimento della prima edizione, ancora oggi indispensabile per oggettività e onestà di giudizi, nonchè di chiarezza espositiva. Questa seconda stesura, al contrario della prima edizione risulta meno compatta e vivace. E’ una versione più ampia e ricca, caratterizzata da un ripensamento critico dovuto a una maggiore maturità.
– Nel 1570, chiamato da Pio V, Vasari ritorna di nuovo a Roma, dove in soli otto mesi dipinge tre cappelle in Vaticano: la Cappella di San Michele, San Pietro Martire e Santo Stefano, nello stesso tempo inizia la decorazione della Sala Regia.
Dopo la morte del Pio V, il maestro Giorgio Vasari torna a Firenze dove, dopo una lavorazione quasi decennale, conclude la decorazione del Salone dei Cinquecento. Successivamente, gli viene anche affidato l’incarico di affrescare la volta della cupola di Brunelleschi di Santa Maria del Fiore, con un Giudizio Finale.
Dopo pochi mesi viene richiamato di nuovo a Roma dal papa Gregorio XIII per proseguire la decorazione della Sala Regia.
– Nel 1573, a Roma, mentre lavora all’ultimo incarico, prepara i disegni per la Cupola del Duomo fiorentino. In aprile rientra a Firenze, dove viene inaugurato lo studiolo di Francesco I, di cui aveva iniziato le decorazioni. Vengono iniziate anche i lavori per le logge aretine, su suo disegno.
Il Maestro si spegne a Firenze il 27 giugno 1574. La sua casa di Arezzo è oggi un museo a lui dedicato.
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Nausica Baroni