WILM HOSENFELD, IL NAZZISTA BUONO

Il capitano tedesco affascinato dalla sua abilità nel suonare il pianoforte salvò la vita al pianista ebreo.
Fu durante il regime di Adolf Hitler, quando Wilhelm Adalbert Hosenfeld, più conosciuto come Wilm Hosenfeld; (Mackenzell, 2 maggio 1895 – Stalingrado, 13 agosto 1952), militare tedesco sotto Wehrmacht durante la seconda guerra mondiale, che salvò e sfamò il pianista Władysław Szpilman.
La lodevole azione del capitano tedesco é conosciuto e ricordato grazie a “Il pianista”, l’autobiografia del musicista polacco, resa più famosa per la omonima pellicola del 2002, diretto dal regista Roman Polański 
(Parigi, 18 agosto 1933). Nella pellicola Szpilman è stato interpretato dall’attore Adrien Brody, aggiudicandosi il premio Oscar come miglior attore.
Il libro autobiografico del pianista ebreo polacco Władysław Szpilman, scritto subito dopo la guerra, venne pubblicato nel 1946 per la prima volta in Polonia, raccontando gli orrori subiti durante le persecuzioni naziste, fino alla liberazione della città da parte dell’Armata Rossa, momento in cui Szpilman rischiò di essere ucciso perché indossava il cappotto dell’esercito tedesco, donato dal suo salvatore Wilm Hosenfeld. Nella prima pubblicazione del 1946, considerata la situazione politica ancora instabile e calda, vennero decise alcune variazione come la nazionalità dell’ufficiale tedesco, suo salvatore: nel libro venne dichiarato che era un ufficiale austriaco. Nel 1998, Andrzej Szpilman, il figlio del musicista, trovando una copia del libro decise farlo ristampare in tedesco, con il titolo “Das wunderbare Überleben”. In questa pubblicazione si narrò che l’ufficiale salvatore era tedesco.

Dopo varie ricerche sulla sua vita, si scoprì il suo lavoro umanitario nel salvare, in Polonia, molte persone perseguitate dal regime di Adolf Hitler. Il contenuto dei suoi diari e documenti è stato raccolto in un libro nel quale viene descritto il suo lodevole operato.
Il capitano umano venne catturato il 17 gennaio 1945 dai soldati sovietici a Błonie e condannato a 25 anni di lavori forzati per crimini di guerra semplicemente sulla base della sua unità militare d’appartenenza. Venne firmato da vari ebrei polacchi petizioni in suo favore, ma i sovietici continuarono a ritenerlo responsabile di crimini di guerra. Morì il 13 agosto 1952 per rottura dell’aorta toracica, probabilmente durante una tortura in un campo di lavoro presso Stalingrado.
Andrzej Szpilman, il figlio del musicista, ha lungamente chiesto che lo Yad Vashem (l’Ente nazionale per la Memoria della Shoah) annoverasse Hosenfeld come “Giusto tra le nazioni”, richiesta poi colta nel dicembre del 2008. 

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Arman Golapyan