Fidel Alejandro Castro Ruz (Birán, 13 agosto 1926 – L’Avana, 25 novembre 2016), rivoluzionario e politico cubano, è stato uno dei protagonisti della rivoluzione cubana contro il regime del dittatore Fulgencio Batista, e dopo il fallito sbarco nella Baia dei Porci da parte di esuli cubani appoggiati dagli Stati Uniti d’America, proclamò l’istituzione della Repubblica di Cuba.
Castro, figlio di un immigrato spagnolo divenuto proprietario terriero, è diventato uno dei simboli della rivoluzione comunista ma anche un dittatore che non concede libertà di espressione.
Si iscrisse all’università dell’Avana nel 1945 per poi laurearsi in legge nel 1950.
Dopo il colpo di stato di Fulgencio Batista del 1952, si arruolò in un movimento intenzionato a dare l’assalto alla caserma Moncada a Santiago de Cuba. In poco tempo ne divenne il capo e poi, il 26 luglio 1953, organizza un suo piano che fallì per la cattiva organizzazione. Venne imprigionato dal regime ei suoi compagni, alcuni caddero combattendo ma la maggior parte furono giustiziati dopo essere stati fatti prigionieri. Solo l’intervento di personaggi di spicco come l’arcivescovo di Santiago impedì che il massacro continuasse.
Castro fu processato. Si difese da solo attraverso un allegato in cui denunciava i mali che affliggevano la società cubana. La sua arringa fu un vero e proprio attacco al potere, passando da imputato ad accusatore. Questo documento poi divenne famoso con il titolo “La storia mi assolverà”. All’interno vi era il suo programma politico, lo stesso che avrebbe poi sviluppato nei quarant’anni successivi in cui fu protagonista. Il programma prevedeva un perfetto disegno comunista: la distribuzione delle terre dei latifondisti dietro indennizzo, la confisca dei beni ottenuti illegalmente dai membri dei passati governi, la nazionalizzazione dell’energia elettrica e dei telefoni, misure per l’industrializzazione, cooperative agricole e dimezzamento dei canoni d’affitto urbani e così via.
Castro, comunque, andò in prigione e poi l’esilio. Nel maggio 1955, Batista decise, anche per problemi di immagine presso il governo di Washington, di concedere l’amnistia ai rivoltosi, molti dei quali accompagnarono, meno di sei mesi dopo, Castro nel suo esilio in Messico.
Il 9 luglio dello stesso anno Fidel Castro incontra di sera Ernesto Guevara. I due si piacquero subito e per tutta la notte discutono sul continente sud americano sfruttato dagli yankee.
Il 2 dicembre 1956, Castro torna a Cuba con una forza di 82 uomini, decise di rovesciare la dittatura.
Fidel Castro prende il potere dopo una dura lotta, e le sue prime decisioni furono etiche come chiusura delle case da gioco e di tolleranza, lotta senza quartiere al traffico di droga, liberalizzazione degli accessi agli alberghi, spiagge, locali sino ad allora riservati a circoli esclusivi. Tutto questo moralismo affascinò la maggioranza della popolazione e il nuovo governo ebbe grande consenso. Nel marzo 1959, fu imposta una diminuzione dei canoni d’affitto del 30-50% accompagnata da una riduzione del prezzo di medicinali, libri scolastici, tariffe elettriche, telefoniche e dei trasporti urbani. Dopo aver ridotto gli affitti, si varò una riforma che mirava a trasformare gli inquilini in veri e propri proprietari attraverso il pagamento degli alloggi con rate mensili proporzionali al reddito.
Nel maggio 1959, con la nuova riforma agraria fu istituito l’INRA (Istituto nazionale di riforma agraria). La riforma agraria consisteva nel fissare per le tenute agricole un limite massimo di 402 ettari. La superficie coltivabile veniva assegnata a cooperative oppure distribuita a proprietà individuali di un minimo di 27 ettari. Il governo proibiva la vendita delle terre ricevute e il loro frazionamento.
La riforma agraria suscitò forti reazioni nelle campagne e anche nelle classi alte e i ceti medi urbani. Molti fuggirono negli Stati Uniti, tra cui il comandante delle Forze armate Pedro Diaz Lanz, e dall’ arresto di Huber Matos, governatore della provincia di Camarguey, accusato di cospirazione per essersi opposto alla riforma agraria.
Oggi Cuba e Fidel Castro sono ancora impegnati a fronteggiare gli Stati Uniti, in una lotta che la oppone al blocco economico che perdura da più di quattro decenni.
Dal dicembre 2006, Castro inizio ad accusare diversi problemi di salute. Il 19 febbraio 2008, dopo quasi 50 anni di potere, Fidel Castro annuncia il suo ritiro dalle cariche presidenziali lasciando tutti i poteri al fratello Raul Castro Ruz. Nell’occasione disse: “Non vi dico addio. Spero di combattere come un soldato delle idee”, intendeva che avrebbe continuato ad esprimersi dalle colonne della stampa ufficiale.
David Zahedi