PAOLINA BONAPARTE, LA SPALLA FORTE DI NAPOLEONE

La sua sfrontatezza fa in modo che l’elenco degli uomini che le sono stati a fianco si allunghi sempre più. Tra questi: il conte di Fourbin, il musicista Blangini, l’ufficiale Jules de Canouville e il grandissimo attore francese Talma.
Contrariamente alla prassi dell’epoca, posa nuda per il grande scultore Antonio Canova, il quale consacra la sua grazia per sempre, ritraendo come una Venere vincitrice, consolidando sempre più la sua fama di donna galante. 
Maria Paola Buonaparte, più nota come Paolina Bonaparte (Ajaccio, 20 ottobre 1780 – Villa Fabbricotti, 9 giugno 1825), sorella prediletta da Napoleone Bonaparte
era figlia di Carlo Maria Bonaparte e di Letizia Ramolino. Per tutta la famiglia fu la prediletta per la sua bellezza e della sua grazia, evidenti sin da quando è semplicemente una bambina, cresce così viziata e capricciosa, anche se lo stesso Napoleone, nel sottolineare questi difetti, ne nota contemporaneamente la tenacia e la forza nei momenti più difficili.
– Nel 1793, è costretta insieme alla famiglia a rifugiarsi a Marsiglia, dopo che alcuni patrioti corsi appiccano il fuoco alla residenza Bonaparte.
Il rapporto tra lei e Napoleone è molto stretto al punto che Paolina accetta che il fratello le imponga di interrompere la sua relazione con il deputato della Convenzione Stanilas Fréron, di cui lei si dichiara perdutamente innamorata, anche dopo aver scoperto che l’uomo è già sposato e con tre figli. Napoleone le organizza così il matrimonio con un suo generale: Victor Emanuel Leclerc. Lei segue il marito in tutti gli spostamenti, da Milano a Parigi, fino a Santo Domingo, dove nel 1802 l’uomo muore di colera. Paolina torna a Parigi insieme al figlio nato nel 1797, il piccolo Dermide. Sofferente per la morte del marito, ma allo stesso tempo comincia l’inquietudine e insofferenza per le limitazioni imposte dalla vedovanza.
Per interessi politici, pensati anche dal fratello Giuseppe, sposa il principe Camillo Borghese. Il matrimonio avviene con un rito segreto che fa infuriare Napoleone, in quanto avvenuto prima del termine del normale periodo di vedovanza., comunque approvando le nozze e raccomandando alla sorella di essere matura e giudiziosa.
– Nel 1803, Paolina segue il marito a Roma. Ma la vita della capitale non la rende felice. Scopre quasi subito che dietro l’apparente sfarzo della nobiltà romana si nasconde un forte perbenismo e uno stile di vita scandito da innumerevoli impegni religiosi. Più volte tenta di ritornare in Francia, chiedendo il permesso al fratello, che glielo nega sempre. Nonostante i dissapori familiari, Paolina fa il suo dovere e durante l’incoronazione imperiale sostiene bene la sua parte di membro della famiglia Bonaparte.
– Nel 1808, dopo l’incoronazione segue il marito, nuovo governatore dei dipartimenti transalpini, e si trasferisce a Torino. Neanche la vita torinese le garba, e diventa sempre più insofferente nei confronti del marito al punto di lasciare definitivamente l’Italia. Fino alla morte vivrà fra la sua casa di Neully vicino Parigi e Nizza.
Nonostante i suoi titoli politici, come quello di Duchessa di Guastalla del 1806, è poco interessata alla vita politica del suo tempo. A differenza delle sue due sorelle che invece entrano a pieno titolo nella vita politica dell’epoca, Paolina ne rimane defilata. In lei c’era unicamente il desiderio di imporsi in questioni femminili e galanti.
A dispetto della sua fama di frivolezza, Paolina sfodera una enorme forza e caparbietà nello schierarsi accanto al fratello nei momenti di difficoltà: condivide, infatti, con l’amato Napoleone l’esilio sull’isola d’Elba, tenta persino di raggiungerlo a Sant’Elena e lo aiuterà sempre sia da un punto di vista morale che materiale. Purtroppo, per problemi di salute, la sua situazione peggiora. Paolina tenta così di riavvicinarsi al marito che inizialmente la rifiuta, ma poi grazie anche alla mediazione dei cardinali Albani e Consalvi, le permette di vivere a Villa Sciarra, ribattezzata villa Paolina.
Intervalla il suo soggiorno romano con periodi di cura in Toscana, ai bagni di Lucca e Pisa, dove l’accompagna l’ultimo dei suoi amanti: il musicista Giovanni Pacini.
– Nel 1824, pochi mesi prima di morire, chiede di nuovo aiuto all’ex marito, Principe Camillo Borghese, il quale nonostante abbia avuto l’annullamento del loro matrimonio presso la Sacra Rota, le apre le porte del suo palazzo fiorentino. Pochi mesi dopo, Il 9 giugno 1825, a 44 anni, muore a Firenze nella Villa Fabbricotti.
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Nausica Baroni