Ferdinand Porsche, il geniale ingegnere che rivoluzionò il mondo automobilistico europeo, nacque a Maffersdorf, in Repubblica Ceca, il 3 settembre 1875.
Il giovane Ferdinand era un appassionato di elettricità e si oppose, con tutte le sue forze, al padre per seguire la sua passione e il suo sogno di costruire automobili. Nel 1900 lavora alla sua prima auto, presentandola all’esposizione universale di Parigi e sarà un vero successo: è la Lohner, genialmente progettata, con quattro propulsori elettrici.
Nel 1903 sposò Aloisia Kaes da cui avrà due figli, Louis e Ferdinand Anton Ernt, chiamato comunemente Ferry e che avrà un ruolo fondamentale per l’azienda del padre. La vita di Porsche fu un crescendo di successi: nel 1906 diventò direttore tecnico dell’Austo-Dainler, progettò una macchina che raggiungeva i 140 chilometri orari grazie alla sua fisionomia affusolata e aerodinamica. Nel 1917 fu promosso direttore generale e presentò un’altra macchina, la Sacha, che corse per la prima volta con la Targa Florio, vincendo. Nel 1923 il suo ingegno fu premiato con una laurea honoris causa e nel 1931 aprì il primo studio Porsche, brevettando le sospensioni a barra di torsione. Tuttavia, il vero e grande sogno di Porsche era di progettare una macchina per il popolo poiché la guerra aveva reso proibitivo per i tedeschi l’acquisto di un’auto e sino allora non vi era stata alcuna possibilità.
Ferdinand fu costretto a rifiutare la proposta di Stalin di diventare ingegnere di stato, a causa della legge Russa che vietava di lasciare lo stato senza il consenso del Cremlino, ma la sua grande occasione per far diventare il suo sogno una realtà concreta, arrivò con Adolf Hitler. Il dittatore tedesco propose un progetto riguardante la costruzione di una fitta rete autostradale per tutti i territori sotto il dominio nazista e Porsche, nel 1938, dopo l’inaugurazione dello stabilimento Volkswagen, in tedesco significa “Auto del Popolo”, a Wolfsburg, progetta e inserisce nel mercato la famosa “Maggiolino”, automobile che ha motorizzato la Germania. Questi sono gli anni in cui la seconda guerra mondiale investì l’Europa e nel 1944, l’ingegnere fu costretto a trasferire gli uffici della Porsche a Gmund per evitare i bombardamenti. Nel 1945 fu arrestato dai francesi e accusato di collaborazionismo; tuttavia questi colsero la palla al balzo e sfruttarono la sua inventiva per la progettazione della Renault 4 CV. Ferdinand sarà rilasciato solo nel 1946 grazie all’intervento del figlio; sono gli ultimi di anni di vita del genio della meccanica che il 30 gennaio 1951 viene stroncato da un infarto.
Il genio di Ferdinand si rivelò sin dalla tenera età quando, appassionato di chimica e fisica, costruì per i genitori un apparecchio in grado di generare elettricità e che fu utilizzato con soddisfazione per produrre energia nel paese in cui viveva. Nella sua vita Ferdinand Porsche ha sempre lottato per ciò in cui credeva, senza arrendersi davanti alle difficoltà: agli inizi della sua carriera lavorò come autista per Francesco Ferdinando e solamente dopo vari anni, quando mise da parte una discreta somma di denaro, poté acquistare una casa sulle montagne austriache dove provare le auto progettate. Ferdinand non si limitava a ideare auto, ma costruiva persino le barche a motore con cui sfrecciava sui laghi di montagna. L’ingegnere era molto legato alla sua famiglia e al figlio Ferry, cui, sin dalla giovane età, cercò di trasmettere la sua passione, che sarà pienamente recepita, poiché sarà proprio Ferry a progettare e costruire la Cisitalia, bolide da Gran Premio.
Arman Golapyan