Per il ciclo “le fotografie che hanno fatto la storia” proponiamo quella che ritrae agonizzante Robert Francis Kennedy (Brookline, 20 novembre 1925 – Los Angeles, 6 giugno 1968).
Nella sera tra il 5 giugno ed il 6 giugno 1968, nella sala da ballo dell’Ambassador Hotel di Los Angeles, Bob Kennedy incontrò per l’ultima volta i suoi sostenitori per festeggiare la vittoria elettorale del giorno precedente nelle primarie della California. Era il favorito nella corsa alla presidenza per continuare il lavoro del fratello John F. Kennedy, per la lotta per i diritti umani, a favore dei neri, come Martin Luther King, ucciso anche lui due mesi prima.
Dopo il discorso, mentre usciva dall’hotel attraverso la cucina, venne colpito da alcuni proiettili, sotto gli occhi del suo staff, dei reporter e dei teleoperatori che lo seguivano.
Robert Kennedy era stato colpito da un proiettile alla tempia destra. Le conclusioni dell’autopsia furono completamente ignorate, alimentando il sospetto che il colpo mortale sia stato esploso da un membro dello staff di Kennedy, mentre il presunto assassino, Sirhan B. Sirhan che aveva sparato frontalmente, avrebbe avuto solo il ruolo distrattivo, mentre il vero assassino agiva indisturbato.
Kennedy morì poche ore dopo in ospedale. Aveva 42 anni. Le sue ultime parole, pronunciate subito dopo essere stato colpito e appena prima di perdere conoscenza, erano state: “E gli altri? Come stanno gli altri?”.
L’assassino fu subito arrestato e poi condannato.
Il quarto figlio di Bob, David Anthony Kennedy (Washington, 15 giugno 1955 – Palm Beach, 25 aprile 1984), all’ora tredicenne, assistette in televisione l’omicidio del padre, esperienza che segno tutta la sua vita, e non si riprese mai più. Morì per overdose di droga successivamente.
La sua vita era stata segnata da continui abusi di droghe e di alcol e, nel 1984, dopo un mese di soggiorno nell’Ospedale di Santa Maria e Centro di riabilitazione a Minneapolis, il 25 aprile è stato trovato morto in una suite d’albergo per overdose di cocaina.