JOE STRUMMER

“Scrivo canzoni di protesta, quindi sono un cantante folk. Un cantante folk con chitarra elettrica” (Joe Strummer)
John Graham Mellor, più noto come Joe Strummer (Ankara, 21 agosto 1952 – Broomfield, 22 dicembre 2002), è stato il cantautore, chitarrista e attore britannico membro del gruppo punk rock The Clash, band britannica che ha messo una firma indelebile sulla storia del punk rock.
John nasce ad Ankara, in Turchia, perchè il padre lavorava come funzionario del ministero degli esteri britannico. La sua infanzia subisce i trasferimenti del padre che lo conducono in diversi paesi, da Ankara a Il Cairo, poi a Città del Messico e Bonn.
Nel 1961, a 9 anni, con la famiglia si trasferisce definitivamente in Inghilterra, vicino a Londra. Dove frequenta una scuola privata che non ama per nulla.
Al riguardo nel 1988 dichiarò: Ero rinchiuso in uno schifoso collegio dove mi riempivano la testa di stronzate. Per me fu come intravedere la strada della liberazione. Vivi! Goditi la vita! Affanculo tutte le revisioni contabili di questo mondo!” 
I suoi momenti di evasione sono legati alla musica, apprezza soprattutto i gruppi come Beatles, Rolling Stones e Who.

Nel 1970, a 18 anni, la famiglia di Joe è vittima di una tragedia; il suicidio del fratello maggiore David. Joe rimane estremamente sconvolto tanto da abbandonare la casa per vivere sulla strada.
Dopo un breve periodo vissuto come musicista di strada, durante il quale suona nelle stazioni della metro facendosi chiamare Woody, in onore del suo idolo Woody Guthrie, entra a far parte del gruppo dei “Vultures”.
Nel 1974, insieme a Tymon Dogg e al batterista Richard Dudanski forma i “101’ers”, band rhythm ‘n’ blues con cui divide una casa occupata. 
Insieme girano i pub londinesi ottenendo discreti successi: l’esperienza serve soprattutto a far emergere il talento di frontman che Joe possiede. Da questo periodo rinnega il soprannome Woody per assumere quello di “Strummer”.
Nel 1976, assiste ad un concerto dei “Sex Pistols” di Sid Vicious, e da quel momento Strummer si appassiona al punk e spinto anche dal manager Bernie Rhodes, accetta di diventare cantante di un complesso che lo porterà al successo mondiale, The Clash. 

Nel 1977, il gruppo realizza il primo dei sei album:

  • “The Clash” del 1977
  • “Give ‘em enough rope” del 1978
  • “London calling” del 1979
  • “Sandinista!” del 1980
  • “Combat rock del 1982
  • “Cut the crap” del 1985

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Col passare del tempo, la maturità del gruppo trasforma il punk dei primi due dischi verso una contaminazioni reggae, rockabilly, funk, fino al jazz e al blues.
La loro musica diventa una nuova corrente musicale per un’intera generazione, che in quel periodo sembrava non avere modelli di riferimento.
Nel 1983, gli attriti tra i componenti della band si fanno sempre più pesare, fino ad allontanare il batterista Topper Headon e il chitarrista Mick Jones. Così la band si sciolse. 
Nel 1985, con una nuova formazione presenta il disco “Cut the crap”, che si rivela però un grosso buco nell’acqua.
Negli anni successivi Joe Strummer si dedica al cinema, come autore di colonne sonore ma anche come attore. Le pellicole sono: “Diritti all’inferno” del 1987, di Alex Cox e “Mystery Train – Martedì notte a Memphis” del 1989, di Jim Jarmusch. Sia come scrittore che come attore, Strummer non raccoglierà grandi risultati.
Nel 1989, esce il suo primo disco da solista, che si intitola “Earthquake weather”; lo stile si distanzia molto dallo stile dei Clash e viene ignorato dal pubblico e dalla critica.
Nel 1991 e 1992, Strummer accompagna in tour gli irlandesi “Pogues”, a loro legato da profonda amicizia. In queste esibizioni esegue anche alcuni brani dei Clash.
Nel 1995, si rimette totalmente in gioco e forma un nuovo gruppo: “Joe Strummer & The Mescaleros”, composto da diversi polistrumentisti talentuosi. 
Nel 1999, esce il disco “Rock art & the X-ray style” e nel 2001, esce “Global a Go-Go”, che viene indicato dalla critica come uno dei più riusciti della propria carriera.
Il 22 dicembre 2002, a 50 anni, Joe Strummer muore a causa di un improvviso infarto.
Nel 2003, esce “Streetcore”, terzo album di “Joe Strummer & The Mescaleros”, un disco che riporta al rock grezzo di strada con qualche sfumatura di country-folk.
Nel 2008, è uscito al cinema “Il futuro non è scritto – Joe Strummer”, un film documentario di Julien Temple, che ha frequentato a lungo l’artista e che così lo ricorda: “Per me Joe Strummer, a dispetto di come viene visto nell’ambiente del rock’n’roll, era un filosofo, ha riflettuto veramente sulla vita e i tempi che tutti noi abbiamo attraversato. Era concentrato sulla natura dell’essere umano, sul concetto di libertà, su molte cose che sono state cancellate dal nostro modo di vivere oggi”.
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Sergio Segalini