La capitale del Regno d’Italia vene trasferita. Lo ha stabilito il Protocollo allegato alla Convenzione firmata con la Francia il 15 settembre 1864. La capitale non era più Torino. E’ stata scelta Firenze, capitale d’Italia dal 1865 al 1871, dopo l’unificazione del Paese. Il 21 e 22 settembre, a Torino, scoppiò la protesta: 52 morti, 187 feriti. Vittorio Emanuele era furioso.
Il 3 febbraio 1865, inizia così il trasloco della capitale a Firenze, un cambiamento che comportò una grossa difficoltà sia sul piano internazionale sia su quello locale. Tutti sanno che Firenze è una capitale temporanea che durerà poco più di cinque anni.
Firenze, da sempre, è considerata una delle più belle città del mondo, grazie ai suoi numerosi monumenti e musei, tra cui il Duomo, la galleria degli Uffizi, Ponte Vecchio, Piazza della Signoria e Palazzo Pitti. Nel Medioevo era stato un importante centro culturale, commerciale, economico e finanziario, mentre nell’età moderna ha ricoperto il ruolo di capitale del Granducato di Toscana sotto il dominio delle famiglie dei Medici e dei Lorena. La città è un importante centro universitario e patrimonio dell’umanità UNESCO, considerata la culla del Rinascimento.
Il suo simbolo sullo stemma e sul gonfalone è un giglio rosso su fondo bianco, simbolo della città fin dal 1251, quando i Ghibellini in esilio da Firenze, continuavano a ostentare il simbolo di Firenze come proprio. Fu allora che i Guelfi, governatori di Firenze, si distinsero dai propri avversari invertendo i colori che poi sono rimasti fino ai giorni nostri.
Nel 1809, Napoleone Bonaparte, con un decreto provò a modificare il simbolo di Firenze, ma il dissenso fiorentino non fece dare seguito al suo decreto.
Firenze è attraversata dall’Arno e da corsi d’acqua minori come il Mugnone, il Terzolle e il fiume Greve. Le zone pianeggianti dell’area metropolitana invece costituiscono un ambiente con presenza di ampie zone industriali e commerciali, dove gli spazi naturali sono ridotti. Le zone collinari hanno da secoli una vocazione agricola e abitativa, con i boschi originari ormai molto ridotti.
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Davide Zahedi