FILIPPO BRUNELLESCHI, L’INNOVATORE DEL RINASCIMENTO

Filippo di Ser Brunellesco Lapi, noto come Filippo Brunelleschi (Firenze, 1377 – Firenze, 15 aprile 1446), è stato un architetto, ingegnere, scultore, orafo e scenografo italiano del Rinascimento. Figlio di un notaio, abbandona ben presto l’intenzione di seguire le orme del padre. Inizia a lavorare in bottega come orafo. Presto viene affascinato dall’architettura: e così, mentre la sua attività in bottega si rivela sempre più svogliata, con maggiore passione si dedica agli studi prospettici, con numerosi esperimenti ottici dall’importante valore scientifico.
Scenografo, scultore e architetto, Filippo Brunelleschi viene unanimemente riconosciuto come uno degli innovatori del Rinascimento fiorentino insieme con Donatello e Masaccio, rispetto ai quali egli rappresentò anche un punto di riferimento. 
Grazie al suo ingegno videro la luce opere monumentali contraddistinte da pulizia, chiarezza e ordine, realizzate da moduli da cui venivano ricavate proporzioni perfette in multipli e sottomultipli. Punto di partenza della sua arte, insomma, era la purezza di forme, garantita dall’impiego essenziale di elementi decorativi e dal ricorso all’arco a tutto sesto.
Gli si deve l’invenzione della “prospettiva lineare centrica”. Dopo le prime esperienze come orafo e scultore si dedicò principalmente all’architettura, costruendo, quasi esclusivamente a Firenze, edifici laici ed ecclesiastici che fecero scuola. Tra questi spicca la cupola di Santa Maria del Fiore, un capolavoro ingegneristico costruito senza l’ausilio delle tecniche tradizionali.

Con Brunelleschi nacque la figura dell’architetto moderno che, oltre ad essere coinvolto nei processi tecnico-operativi, come i capomastri medievali, ha anche un ruolo sostanziale e consapevole nella fase progettuale: non esercita più un’arte meramente “meccanica”, ma è ormai un intellettuale che pratica un'”arte liberale”, fondata sulla matematica, la geometria, la conoscenza storica.
La sua architettura si distinse per pulizia e la sua modullistica, con ricavi multipli e sottomultipli nel proporzionare un intero edificio. Un tratto distintivo della sua opera è anche la purezza di forme, ottenuta con un ricorso essenziale e rigoroso agli elementi decorativi. 
Riprese gli ordini architettonici classici e l’uso dell’arco a tutto sesto, indispensabili per la razionalizzazione geometrico-matematica delle piante e degli alzati.  – Nel 1401, Filippo partecipa al concorso fiorentino indetto dall’Arte dei mercanti di Calimala per dare vita alla seconda porta del Battistero.
– Nel 1416, egli non torna più in città dopo essersi recato a Roma insieme con l’amico Donatello.

A Roma studia con entusiasmo la classicità. La cultura è l’intelligenza sono il suo motto. Infatti, non è solo un architetto eccezionale, ma anche un ingegnere militare, un matematico, un ingegnere navale, un esperto di geometria, uno studioso della letteratura, un inventore, un esperto di edilizia, un creatore di strumenti musicali e un appassionato della “Divina Commedia” di Dante Alighieri. 
– Nel 1418, Filippo partecipa a un concorso finalizzato alla realizzazione della Cupola del Duomo di Firenze: sarà questa la strada che lo consacrerà dal punto di vista artistico. Al concorso parteciparono artisti di grande rilievo: furono infine Filippo Brunelleschi e Lorenzo Ghiberti a prevalere. L’innovativo progetto del Brunelleschi ideò una soluzione efficace a doppia cortina, in grado di garantire alla cupola un sostegno autonomo e impose la posa dei laterizi “a spina di pesce”, secondo la tecnica romana, di maggiore stabilità durante e dopo la costruzione.
Inizialmente affiancato dal Ghiberti, che tuttavia si fa da parte a breve, egli conclude l’opera solamente nel 1436: durante questo periodo, naturalmente, si dedica anche ad altri progetti. Nel 1419, progetta l’Ospedale degli Innocenti. Nel 1421, progetta la Sagrestia Vecchia. Nel 1423, progetta la Chiesa di San Lorenzo.
Nel corso di questi anni, inoltre, egli viaggia molto, soggiornando in diverse città italiane: a Mantova, Ferrara e Roma per esigenze artistiche, a Pisa e Lucca per mettere a disposizione le proprie conoscenze di ingegneria militare, a Firenze per creare impianti di scenotecnica, come quello della rappresentazione dell’Arcangelo Gabriele in San Felice in Piazza.
Muore a Firenze, il 16 aprile del 1446. La sua tomba viene collocata dapprima in un loculo facente parte del campanile di Giotto, e quindi spostata in Duomo: verrà riscoperta solamente negli anni Settanta del Novecento, grazie agli scavi sotto la cattedrale della Chiesa di Santa Reparata.

Nausica Baroni