Il Musée d’Orsay, tempio dell’Impressionismo

Basterebbe riportare il catalogo delle opere conservate nella collezione, per capire lo straordinario valore della raccolta del parigino Musée d’Orsay, ricavato nella bella cornice dell’ex-stazione ferroviaria Gare d’Orsay. Terminata nel 1900, la stazione dal 1939 iniziò a perdere progressivamente la sua funzione iniziale fino ad essere abbandonata negli anni Cinquanta. Stabilita inizialmente la demolizione, l’edificio fu salvato e solo nel 1978 ne fu decisa la nuova destinazione museale. A differenza dei principali musei europei, quali il Louvre, il British o gli Uffizi, la raccolta del Musée d’Orsay ha dunque origini alquanto recenti, essendo riconducibile all’ultimo quarto del Novecento. L’inaugurazione e l’apertura al pubblico della nuova Gare d’Orsay, restaurata con un criterio di ossequioso rispetto della struttura originaria, avvenne nel dicembre del 1986, anche grazie allo studio del percorso espositivo affidato all’architetto Gae Aulenti (Palazzolo dello Stella, 4 dicembre 1927 – Milano, 31 ottobre 2012), che optò per un’articolazione e un allestimento su tre livelli. Attualmente il Musée d’Orsay rappresenta una della collezioni più complete ed esaurienti di arte moderna, con una raccolta che spazia dall’Impressionismo al Novecento e che conta dipinti, sculture, progetti, fotografie e pezzi d’arte decorativa. La politica della raccolta del museo risponde a dei limiti cronologici precisi e prefissati, compresi tra l’inizio della Seconda Repubblica (1848) e la Prima guerra Mondiale (1914), criterio in certi casi non vincolante nel caso di alcune opere ascrivibili agli anni Venti e Trenta. La collezione esposta nel museo, come anticipato, non avendo antiche origini, ha attinto opere in parte dal Musée National d’Art Moderne, dal deposito del Musée du Louvre e dall’ex-Musée du Jau de Paume, costituendo, alla fine, un eccezionale patrimonio di pezzi moderni. L’esposizione è organizzata con grande praticità, essendo impostata e ordinata in parte secondo un criterio cronologico e in parte monograficamente, con sale dedicate a specifici artisti o a correnti e movimenti artistici. Un esempio di questa concezione organizzativa sono le gallerie dedicate a Jean Désire Gustave Courbet, esponente del realismo pittorico francese, ed Henri de Toulouse-Loutrec, uno dei più apprezzati esponenti della pittura francese ottocentesca, in parte legato al movimento impressionista. Infinite le opere ospitate dal Museo parigino: tantissime le tele di Paul Cézanne (tra le quali La casa dell’impiccato, Autoritratto, l’Estaque, le Bagnanti, una delle opere più conosciute dell’artista, I giocatori di carte  e altre opere), le più celebri opere di Edgar Degas (L’orchestra de l’Opéra, La classe di Danza, l’Assenzio, Prove di balletto in scena, La tinozza, Le stiratrici, e altre opere), i dipinti fondamentali di Edouard Manet (Le déjeuner sur l’herbe e l’Olympia), i più grandi esempi della pittura di Claude Monet (Regate ad Argenteuil, La Gare Saint-Lazare, la serie della Cattedrale di Rouen, Lo stagno delle ninfee -armonia verde e rosa-, Donna con Parasole e altre opere), numerose tele di Pierre-Auguste Renoir (tra le quali il Ballo al Moulin de la Galette, L’altalena, il Ballo in campagna e Le bagnanti). Accanto ai più importanti esponenti dell’Impressionismo francese, si contano inoltre personalità quali Vincent Van Gogh (Autoritratto, la Chiesa di Auvers, Casolari a Cardeville), Henri Matisse, Henri Rousseau (L’incantatrice di serpenti e altre opere), Pierre Bonnard, Jean-François Millet (Le spigolatrici, L’Angelus) e Giuseppe De Nittis. Ascrivibili al Post-Impressionismo sono le numerose opere di Paul Signac (Il Palazzo dei Papi di Avignone, Il Port de La Rochelle) e Georges-Pierre Seurat (Studi per La Grande Jatte, studi per Le modelle, studio per La Baignade, studio per Il circo e Il circo), i principali rappresentanti della corrente del Pontillisme. Presenti anche opere di Daumier, Rodin, Morot. Il museo conserva inoltre importantissimi esempi di fotografia, con oltre 46.000 pezzi acquisiti (tra i quali si contano anche negativi e dagherrotipi di Nadar, Le Gray, Baldus…) tutti riconducibili al periodo compreso tra il 1839 e il 1918. Il Musée d’Orsay, situato emblematicamente di fronte al complesso del Louvre, rappresenta in sostanza il tempio dell’arte moderna e, soprattutto dell’Impressionismo, che proprio in terra francese ebbe origine.

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  Federica Gennari