Roberto Remigio Benigni (Manciano La Misericordia, 27 ottobre 1952) è un attore premio Oscar, comico, showman, regista, sceneggiatore e cantante italiano. Il premio Oscar come miglior attore per la sua interpretazione nel film La vita è bella, è stato l’unico interprete maschile italiano a ricevere l’Oscar come miglior attore protagonista, recitando nel ruolo da protagonista in un film in lingua straniera, dopo quello vinto da Sophia Loren nel 1962. Fu inoltre candidato al Premio Nobel per la letteratura 2007, per l’impegno profuso in favore della diffusione della Divina Commedia di Dante Alighieri.
Il popolare comico toscano, di personalità aperta e dall’allegria contagiosa, sente già da giovanissimo l’esigenza di fare nuove esperienze, viaggiare e vedere il mondo, ma soprattutto quello di mettersi in mostra e far ridere le persone. Inizia così la sua carriera con entusiasmo con partecipazioni a diversi spettacoli come la serie televisiva “Onda Libera”, che gli da la fama del comico.
Nel 1975, viene scoperto da Giuseppe Bertolucci, tanto scrivere con lui il monologo “Cioni Mario di Gaspare fu Giulia”, messo in scena al teatro Alberichino di Roma, il teatro più alternativo e all’avanguardia dell’epoca. Il successo fu immediato e crescente, tanto portarlo in tournée per tutta l’Italia. Nel 1977, due anni dopo, il monologo viene ripreso e rielaborato da Bertolucci e trasposto sullo schermo nel film “Berlinguer ti voglio bene”. Alcune scene forti di questo film vengono censurati, impedendone la diffusione nelle sale. Da questo momento Roberto Benigni diventa un personaggio di nicchia, un folletto capace di ribaltare le regole e di provocare deliziosi choc ovunque compaia.
Nel 1978, arriva la grande popolarità con il programma di Renzo Arbore “L’altra domenica”, in cui il comico compare nelle vesti di un bizzarro e del tutto particolare critico cinematografico. Segue poi l’interpretazione da protagonista del film di Marco Ferreri, “Chiedo asilo”.
Nel 1980, presenta il Festival di Sanremo e partecipa al film di Arbore “Il Papocchio”, seguito l’anno dopo da “Il Minestrone” di Sergio Citti.
Nel 1983, esordisce come regista con “Tu mi turbi”, un titolo che apre la strada al grande successo popolare di “Non ci resta che piangere”, interpretato in coppia con Massimo Troisi e che offre una serie di gag e tormentoni che hanno la forza di entrare nel linguaggio comune rimanendo ancora oggi immortali.
Durante le riprese di “Tu mi turbi” conosce l’attrice cesenate Nicoletta Braschi. I due si sposano il 26 dicembre 1991; da quel momento l’attrice comparirà in tutti i film diretti da Benigni.
Nel 1986, gira il lungometraggio dal titolo “Tuttobenigni”, un’antologia dal vivo delle esibizioni condotte in varie piazze d’Italia che costituisce oggi un vero manuale per i giovani aspiranti comici. Giunge poi il momento dell’esperienza americana: viene diretto da Jim Jarmusch in “Daunbailò”, al fianco di Tom Waits e John Lurie, film bizzarro e sottile che in poco tempo viene anch’esso rubricato nella categoria cult. In ambito internazionale, è protagonista di un episodio di “Taxisti di notte” con attori di fama internazionale come Gena Rowlands e Beatrice Dalle.
Nel 1988, arriva la vera consacrazione di Benigni; manda in tilt i botteghini italiani con il film “Il piccolo diavolo” al fianco del grande Walter Matthau. L’anno dopo partecipa all’ultimo film di Federico Fellini; “La voce della Luna” e, nel 1990, accetta con entusiasmo il ruolo di voce recitante nella fiaba musicale di Sergej Prokofiev “Pierino e il lupo”, accompagnato dalla European Chamber Orchestra diretta dal maestro Claudio Abbado.
Nel 1991, l’anno successivo, esce sugli schermi “Johnny Stecchino”, firmando un record di incassi per il cinema italiano. Il pubblico fa la fila ai botteghini e ovunque si accontenta di vederlo in piedi pur di entrare in sala.
Nel 1993, interpreta il figlio segreto dell’ispettore Clouseau ne “Il figlio della Pantera Rosa” di Blake Edwards, il maestro della comicità intelligente.
Poco dopo gira “Il mostro”, diretto, interpretato e prodotto dallo stesso Benigni. Pur non convincendo del tutto la critica, il successo del film segue l’onda di Johnny Stecchino.
Nel 1998, arriva la sua vera e propria consacrazione internazionale con “La vita è bella”. La pellicola suscita un vero e proprio vespaio per la sua tematica, quello della deportazione degli ebrei durante la seconda guerra mondiale. La sceneggiatura geniale utilizza un’inedita miscela di tragicomico, il che in realtà non fa che aumentare in diversi punti la commozione per lo scempio che l’immensa tragedia ha comportato.
Il film trionfa nell’edizione degli Oscar del 1999, vincendo due statuette nella notte di 21 marzo 1999, una per il “miglior film straniero” e l’altro per “miglior attore protagonista”. Memorabile l’esplosione di gioia di Roberto Benigni all’annuncio del suo nome da parte di Sophia Loren, una scena che rimarrà sicuramente negli annali delle cronache. Il comico toscano balzò addirittura sui braccioli delle sedie della sala in cui erano seduti tutti i divi di Hollywood.
Fra i molti riconoscimenti assegnati a “La vita è bella” c’è anche quello del Gran Premio della Giuria al 51° Festival di Cannes. La pellicola, alla prima trasmissione in TV, fu vista da oltre 16 milioni di persone. Nello stesso anno, compare nel film francese “Asterix e Obelix contro Cesare”, accanto ad un mostro sacro come Gerard Depardieu e alla neo-diva Laetitia Casta.
Nel 2002, realizza “Pinocchio”, scritto, diretto e prodotto dallo stesso Benigni, detentore del record del film più costoso in asoluto della storia del cinema italiano. Attorno al film nasce una piccola polemica dove si accusa Roberto Benigni di non aver incluso sui manifesti il nome di Carlo Collodi. Il comico toscano risponderà: “Collodi è un’assenza che più presenza non si può, è come dire che la Bibbia è tratta dall’omonimo romanzo di Dio. Tutti al mondo sanno che Pinocchio è di Collodi.”
Nel 2005, realizza “La tigre e la neve”, il suo ultimo film, ancora una volta campione di incassi. Il film ripropone, con il metodo già de “La vita è bella”, vicende di un altro tragico contesto, la guerra in Iraq. Nel film con Roberto Benigni e Nicoletta Braschi, appaiono Jean Reno e Tom Waits.
Un rapporto particolare lega da sempre l’attore toscano con la Divina Commedia di Dante: infatti, dal 2006, porta in giro per l’Italia le sue letture dantesche in un tour chiamato “Tutto Dante”, poi riadattato per la tv e nel 2007 recitato anche in alcune carceri italiane.
E’ anche l’ospite speciale al Festival di Sanremo 2011, in occasione dei 150 anni dell’unità di Italia: nel suo lungo monologo affronta l’esegesi dell’Inno di Mameli. Il suo intervento, ricco di sentimento e di immancabile ironia, viene seguito in televisione da un numero enorme di spettatori. Da oltre quindici milioni.