LA FILOSOFIA DI BERTRAND RUSSELL

“La causa fondamentale dei problemi è che nel mondo moderno gli stupidi sono sicuri di sé, mentre gli intelligenti sono pieni di dubbi”.  (Bertrand Russell).

Difensore dei diritti umani e tenace sostenitore delle libertà dell’individuo fu ispiratore del cosiddetto Tribunale Russell istituito per denunciare le persecuzioni ideologiche e distintosi nella lotta per smascherare i crimini di guerra contro il Vietnam.

Bertrand Arthur William Russell, (Trellech, 18 maggio 1872 – Penrhyndeudraeth, 2 febbraio 1970), filosofo e matematico gallese che ha sempre sostenuto lo sposalizio fra filosofia e scienza, fu anche un autorevole esponente del movimento pacifista. 
La sua adolescenza non fu particolarmente felice, rimase orfano di genitori e venne allevato dalla nonna, scozzese e presbiteriana, sostenitrice dei diritti degli Irlandesi e contraria alla politica imperialista inglese in Africa. In quei anni, l’unica gioia si rivelò per lui, lo studio della matematica, come egli stesso racconta: “Io non sono nato felice. Da bambino il mio salmo preferito era: “Stanco della terra e carico dei miei peccati”. A cinque anni, mi dissi che, se dovevo vivere fino ai settanta, avevo sopportato soltanto, fino a quel momento, la quattordicesima parte di tutta la mia vita, e, intravedendo davanti a me il tedio che mi attendeva su di un cammino così lungo, lo giudicai insopportabile. Durante l’adolescenza, la vita mi era odiosa e pensavo al suicidio; ma questo mio proposito era tenuto a freno dal desiderio di approfondire la conoscenza della matematica”.  Imparò perfettamente il francese e il tedesco, appassionandosi fin da subito, grazie alla ricca biblioteca del nonno, alla storia e soprattutto alla geometria di Euclide. Attraverso il pensiero del grande matematico dell’antichità, il piccolo Russell scoprì la bellezza e il rigore di quella disciplina, troppo spesso vista a torto come un’arida astrazione.
– Nel 1890, a 18 anni, entrò al Trinity College di Cambridge, posto magico che gli svelò “un mondo nuovo”.
Per un breve periodo seguì la filosofia di Hegel e di Bradley, ma intorno al 1898 sotto l’influenza di G. E. Moore si liberò dell’idealismo e rientrò nell’empirismo, dottrina tradizionale della filosofia inglese. Molti e importanti sono i suoi contributi a questa concezione empirica e realista del pensiero, tra cui rimangono a imperitura memoria: “I problemi della filosofia” del 1912, “La conoscenza del mondo esterno” del 1914, “Misticismo e logica” del 1918, “L’analisi della mente” del 1921 e “L’analisi della materia” del 1927.
– Nel 1918, sconta 6 mesi di carcere per aver scritto un articolo a favore del pacifismo, periodo in cui scrisse la sua “Introduzione alla filosofia matematica”.
Dopo la prima guerra mondiale visitò la Russia e la Cina, per poi trasferirsi negli stati uniti nel 1938.
– Nel 1940, a causa dello scandalo che le sue teorie etiche e sociali avevano suscitato, fu privato dell’incarico al City College di New York.
– Nel 1944, tornò a vivere in Inghilterra e ad insegnare al Trinity College dove completò una delle sue opere fondamentali: “La conoscenza umana, suo ambito e suoi limiti”.

– Nel 1950, Bertrand Russell ricevette il premio Nobel per la letteratura.
Spese gli ultimi anni della sua vita nella difesa dei suoi ideali etico-politici. Si schierò contro le ingiustizie del capitalismo ma anche contro l’oppressione del bolscevismo, così come combattè sia l’antisemitismo che l’orrida applicazione dei crimini di guerra della Germania di Hitler.
Pacifista convinto dal tempo del primo conflitto mondiale fino alla guerra del Vietnam, si batté negli anni ’50 insieme ad Albert Einstein contro gli armamenti atomici. Insieme a Einstein e altri 9 scienziati e intellettuali di primo piano, firmò il manifesto di Russell-Einstein
Russell morì in Galles, nella notte di lunedì 3 febbraio 1970 presso la sua villa.
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Rebecca Molinari