PEGGY GUGGENHEIM

“Si è sempre dato per scontato che Venezia è la città ideale per una luna di miele ma non solo, ma è un grave errore: vivere a Venezia, o semplicemente visitarla, significa innamorarsene e nel cuore non resta più posto per altro”. (Peggy Guggenheim)
Marguerite Guggenheim nota come Peggy Guggenheim, (New York, 26 agosto 1898 – Camposampiero, 23 dicembre 1979), è stata una collezionista d’arte statunitense, figlia di Florette Seligman e Benjamin Guggenheim, una delle vittime del Titanic, e nipote di Solomon R. Guggenheim, il proprietario del Museo Guggenheim della Grande Mela.
Guggenheim è una famiglia ebraica molto importante, proveniente dalla Svizzera, che ha costruito le proprie fortune industriali impegnandosi nell’estrazione dell’acciaio, del rame e dell’argento. La famiglia della madre invece, i Seligman, provenivano da una stirpe di banchieri statunitensi molto ricchi.
Nel 1919, Peggy appena maggiorenne, entra in possesso di una parte dell’eredità paterna: la sua quota era molto più piccola rispetto a quella dei suoi parenti, visto che il padre ha dilapidato una pare consistente di denaro a Parigi, ma, comunque si trattava di un’eredità di due milioni e mezzo di dollari.
Dopo un lungo viaggio che la conduce fino alle cascate del Niagara e, in seguito, nei pressi della frontiera messicana, entra a far parte del mondo dell’avanguardia, lavorando presso la Sunswine Turn, una libreria di New York che le permette di partecipare a salotti e circoli importanti, in cui ha modo di conoscere numerosi intellettuali tra i quali il suo futuro marito Laurence Vail.
Nel 1922, sposa Laurence a Parigi: egli è un pittore senza soldi che appartiene al movimento dadaista. Dal matrimonio nascono due figli, Sinbad e Peegen.
A Parigi Peggy ha la possibilità di frequentare i complici le conoscenze del marito artista, i salotti bohemiens, dove entra in contatto con diversi artisti dell’avanguardia europea, inclusi emigrati statunitensi: Marcel Duchamp, Constantin Brancusi e Man Ray, per cui posa. Entra amicizia, inoltre, con la pittrice Romaine Brooks e con Natalie Barney, scrittrice nel salotto della quale incontra Djuna Barnes, di cui diventa protettrice durante la fase di scrittura del libro “Nightwood”.
Nel 1928, dopo il divorzio dal marito, Peggy inizia a vagare per il continente insieme con i figli, facendo spesso tappa a Parigi. In quello stesso anno a Saint-Tropez conosce John Holms, intellettuale inglese e scrittore alcolizzato, di cui si innamora: egli morirà nel 1934 in seguito a una crisi cardiaca.
Peggy ritorna a Londra, dove nel gennaio del 1938 inaugura insieme con Jean Cocteau la galleria Guggenheim Jeune: si tratta della prima di una serie di collezioni che faranno sì che ella diventi una delle più forti sostenitrici dell’avanguardia europea. In questa galleria espongono, quando ancora non sono famosi, Yves Tanguy e Vasilij Kandinskij, mentre tra i nomi più celebri si ricordano Jean Arp, Henry Moore, Antoine Pevsner, Alexander Calder, Henri Laurens, Pablo Picasso, Georges Braque, Max Ernst e Kurt Schwitters.
Nel 1939, decide di trasformare la sua collezione di Londra in un museo vero e proprio: a dispetto della Seconda Guerra Mondiale, acquista numerose opere di artisti come Piet Mondrian, Francis Picabia, Fernand Lèger, Salvador Dalì e Georges Braque.
Torna a New York mentre l’esercito tedesco marcia verso Parigi, dove Peggy si era sposata nel 1941 con Max Ernst, pittore surrealista. A New York inaugura la galleria chiamata “Art of this century”: nelle collezioni compare il nome, allora sconosciuto, di Jackson Pollock, che, così come altri artisti statunitensi, può entrare in contatto con l’avanguardia europea e, nello specifico, con il Surrealismo.
Nel 1943, divorziò da Ernst, e terminata la guerra torna a Venezia, dove nel 1948 la sua collezione viene accolta alla Biennale. Poco dopo acquista, sul Canal Grande, Palazzo Venier dei Leoni, sede in cui sposta la sua collezione in maniera definitiva. 
Nel 1949, infatti, apre ufficialmente al pubblico la Collezione Peggy Guggenheim. La collezione è graziata dalla sorte durante l’alluvione di Venezia del 4 novembre del 1966 che colpisce la città lagunare. Le opere si salvarono perchè erano già state tutte impacchettate in vista di una spedizione a Stoccolma per un’esposizione. Pochi anni più tardi, la collezione di Peggy viene ospitata dal museo di famiglia, il Guggenheim di New York.
Peggy si spegne a Camposampiero, in provincia di Padova, all’età di 81 anni il 23 dicembre 1979, dopo aver donato alla Fondazione Solomon Guggenheim la sua intera collezione e Palazzo Venier dei Leoni. Le sue ceneri sono collocate a Palazzo Venier dei Leoni, in quello stesso angolo di giardino in cui la donna era solita seppellire i suoi numerosi cani.
Nel 2008 Venezia le dedica la mostra intitolata “Poi arrivò Peggy”, in occasione del sessantesimo anniversario dalla data di arrivo sulla laguna della collezionista americana.
Nel 2012, la vita di Peggy Guggenheim è stata proiettata in una storia Walt Disney su Topolino chiamata Peggy Duckenheim e le tovaglie astratte, i testi erano di Roberto Gagnor e i disegni di Paolo de Lorenzi.
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Arman Golapyan