Scolpita nella mente di milioni di persone per il bel fondoschiena, quando quest’ultimo si scopre poco a poco grazie ad una gonna che, impigliata in una sedia, lentamente si sfilaccia. E’ quello che è successo nella pubblicità del Martini di qualche anno fa, quando una bellissima modella si è attirata le invide di gran parte del mondo femminile con quelle curve da urlo. Poi ha anche dimostrato di essere ricca di talento per la recitazione.
Charlize Theron (Benoni, 7 agosto 1975), attrice e modella sudafricana naturalizzata statunitense, ha trascorso la sua infanzia nella fattoria dei genitori, ricchi proprietari terrieri con tanto di impresa di costruzioni stradali.
A sei anni Charlize comincia a prendere lezioni di danza e, a tredici viene iscritta ad un collegio di Johannesburg dove ha modo di affinare ulteriormente le sue doti di ballerina.
Nel 1991, rimane orfana di padre a soli sedici anni e, dopo aver vinto un concorso locale per aspiranti modelle, si vede offrire la possibilità di cominciare a sfilare.
Si trasferisce così a Milano e lavora come modella per un anno, ma ben presto scopre che fare la bella statuina selle passarelle non è cosa per lei. Ha un cervello che funziona e vuole usarlo.
Così dopo un tentativo di ritorno alla danza, stroncato per sempre da una lussazione al ginocchio, e qualche ruolo minore girato qua e là a Hollywood, viene notata dal solito agente cinematografico capace di vedere oltre. Pare addirittura che il fortunato agente se la sia ritrovata in banca mentre Charlize litigava con un impiegato. Rimasto colpito dal suo splendore, la convoca nei suoi studi e, otto mesi dopo il volto di Charlize è lì che ci guarda dal grande schermo nel suo debutto, nel dimenticato “Due giorni senza respiro”. Poi arriva “Music Graffiti” diretto da Tom Hanks, un’altra pellicola non proprio memorabile. Nel frattempo si impegna allo studio di recitazione. Solo un anno più tardi la sua carriera di attrice riceve una spinta definitiva con la partecipazione a “L’avvocato del diavolo”, accanto ad Al Pacino e Keanu Reeves.
– Nel 1998, appare poi in “Celebrity” di Woody Allen e nel fiabesco “Il grande Joe”.
– Nel 1999, Charlize Theron fu la protagonista del fantascientifico “The Astronaut’s Wife”, in cui è la moglie di Johnny Depp, e ha preso parte a “Le regole della casa del sidro”.
Nel percorso di vita si dimostra donna intraprendente e sempre in evoluzione. Muove anche passi nell’ambito manageriale, sviluppando e producendo film come “Tutta colpa dell’amore” e “Monster”. Per quest’ultima pellicola ha vinto l’Oscar come ‘Miglior attrice protagonista’ nel 2004.
Tra i suoi film successivi ricordiamo “Hancock” del 2008, con Will Smith, “The Road” del 2009, “Young Adult” del 2011, “Biancaneve e il cacciatore” del 2012, “Prometheus” del 2012, di Ridley Scott.
Nella vita privata, Charlize ha avuto relazioni con Craig Bierko e Stephan Jenkins, leader dei Third Eye Blind, dal quale si è allontanata perché il cantante non prendeva seriamente le sue richieste di matrimonio. Successivamente, è stata legata per otto anni all’attore irlandese Stuart Townsend, con cui ha vissuto a Los Angeles nella casa dell’attrice degli anni trenta Helen Twelvetrees. La coppia si è lasciata nel gennaio 2010. Poco dopo Charlize ha chiesto alla madre in pensione di vivere con lei, e attualmente vivono insieme per sei mesi l’anno.
– Nel 2012, adotta anche un bambino che ha chiamato Jackson Theron. Nel sociale è impegnata nelle organizzazioni per i diritti delle donne e degli animali, come ad esempio la PETA. È anche sostenitrice dei diritti gay e favorevole al matrimonio tra persone dello stesso sesso.
Al riguardo ha dichiarato: “Mi offende vivere in un mondo elitario. Non voglio far parte di un gruppo sessuale privilegiato. Questo mi offende, forse perché vengo da un paese dove ho vissuto sotto l’apartheid, ma questa è una forma di isolamento e io non voglio farne parte. La possibilità di sposarsi è una parte di me e io vorrei che questo fosse riconosciuto a tutti quelli per cui significa tanto. Tutti dobbiamo avere la possibilità di sposarci. Non posso credere che stiamo ancora discutendo di questo argomento”.
Adele Baschironi