Da “International Boxing Hall of Fame” e la “World Boxing Hall of Fame” é stato riconosciuto come fra i più grandi pugili di ogni tempo, come miglior Peso Massimo di sempre per “The Ring”, secondo miglior pugile di sempre da ESPN.com, come una delle 100 persone più influenti del XX secolo nella categoria “Heroes And Icons”, unico sportivo insieme a Pelé e Bruce Lee.
E’ stato uno dei pochi sportivi statunitensi ad aver ricevuto la Medaglia presidenziale della libertà.
Nel 1974 è stato anche premiato dall’Associated Press come atleta maschile dell’anno.
Nel 2009, in un sondaggio condotto dal sito internet del mensile Focus Storia, è stato eletto “Sportivo del Novecento”.
E’ difficile essere umile se sei grande come lo sono io.
(Cassius Clay)
Il pugile Muhammad Ali, nato come Cassius Marcellus Clay Jr (Louisville, 17 gennaio 1942 – Phoenix, 3 giugno 2016), tra i più famosi e apprezzati sportivi della storia, era unico per la sua boxe leggera, basata sul movimento di gambe, insolita per qualsiasi pugile di categoria “pesante”. Di lui si disse: “Vola come una farfalla e punge come un’ape”.
La International Boxing Hall of Fame e la World Boxing Hall of Fame lo hanno riconosciuto fra i più grandi pugili di ogni tempo. Detiene anche i prestigiosi allori di Sportman Of The Century per Sports Illustrated, Miglior Peso Massimo di sempre per The Ring. Fu eletto anche Fighter of the year (pugile dell’anno) dalla rivista americana Ring Magazine nel 1963, 1972, 1974, 1975 e 1978.
Oltre a questi riconoscimenti in campo pugilistico, è stato scelto dalla rivista TIME come una delle 100 persone più influenti del XX Secolo nella categoria Heroes And Icons, unico sportivo insieme a Pelé e Bruce Lee, è inoltre uno dei pochi sportivi americani ad aver ricevuto la Medaglia presidenziale della libertà.
I suoi match dichiarati “Ring Magazine fight of the year” sono:
1963 – Cassius Clay W 10 Doug Jones
1964 – Muhammad Ali KO 7 Sonny Liston I — vedi Muhammad Ali versus Sonny Liston
1971 – Joe Frazier W 15 Muhammad Ali I — vedi Fight of the Century
1974 – Muhammad Ali KO 8 George Foreman — vedi The Rumble in the Jungle
1975 – Muhammad Ali KO 14 Joe Frazier III — vedi Thrilla in Manila
1978 – Leon Spinks W 15 Muhammad Ali I
Muhammad Ali è noto anche per la sua conversione all’Islam e per avere rifiutato di combattere nella Guerra del Vietnam. Affetto dalla Sindrome di Parkinson, dopo il suo ritiro dal mondo sportivo “il campione” si è distinto per le sue azioni umanitarie.
Muhammed Alì, figlio di un pittore d’insegne e di una donna di religione cristiana battista, nel 1954, a 12 anni, inizia a frequentare la palestra Columbia, dove tutti notano il suo talento.
– Nel 1960, Inizia a fare parlare di sé vincendo l’oro Olimpico ai Giochi di Roma. Da professionista ha detenuto il titolo mondiale dei pesi massimi dal 1964 al 1967, dal 1974 al 1978 e per un’ultima breve parentesi ancora nel 1978.
– Nel 1961, passò al professionismo e batté Lamar Clark per KO e poi Doug Jones.
– Il 25 febbraio 1964, a Miami, allenato da Angelo Dundee, Cassius Clay arrivò a conquistare il titolo mondiale dei pesi massimi a soli 22 anni, battendo il campione in carica Sonny Liston per abbandono all’inizio della settima ripresa. Il giorno dopo la conquista del titolo, Clay si convertì alla fede musulmana, aderì alla Nation of Islam e cambiò il suo nome in Muhammad Ali. La conseguenza fu che viene rifiutato dalle principali sedi pugilistiche americane e da Las Vegas.
– Il 25 maggio 1965, si svolse il secondo incontro tra Alì, detentore del titolo, e Liston. Alla prima ripresa dopo appena un minuto il campione del mondo colpì l’avversario con un colpo d’incontro apparentemente innocuo, passato alla storia come il cosiddetto pugno fantasma, Liston rimase al tappeto apparentemente tramortito. L’immagine del campione del mondo che sovrasta Liston al tappeto è divenuta una delle icone della nostra epoca. Qualche tempo dopo, Liston e il suo manager ammisero che entrambi gli incontri tra Cassius Clay e Liston erano truccati. La mafia riuscì a guadagnare enormi somme di denaro scommettendo sull’allora sfavorito Muhammed Alì.
– Nel 2004, Ali è tornato sull’argomento nella sua ultima intervista ufficiale, cui ha risposto con l’aiuto dei familiari, ha dichiarato: « Voglio bene a Sonny. Era un brav’uomo. Ed il pugno l’ha colpito. Non so bene quanto buono fosse il colpo, sebbene io abbia sentito il contatto. Se avesse voluto fingere un KO, non l’avrebbe mai fatto al primo round. »
Ali difese quel titolo per otto volte, poi inizia uno dei momenti più bui della sua vita. Venne attaccato per il suo impegno nelle lotte condotte da Martin Luther King e Malcolm X.
La sua carriera fu interrotta quando si rifiutò di combattere in Vietnam. Ciò gli costò il ritiro della licenza da parte delle commissioni atletiche pugilistiche statunitensi. Note sono le sue battute al riguardo:
« Ali, you know where is Vietnam? Yes, on TV. »
« Ali, sai dov’è il Vietnam? Sì, in TV. »
« I got nothing against the Vietcong, they never called me “nigger” »
« Non ho niente contro i Vietcong, loro non mi hanno mai chiamato “negro” »
– Nel 1971, tornò sul ring vincendo per KO tecnico contro Jerry Quarry e Oscar Bonavena. Il successivo incontro, valido per il titolo mondiale dei massimi, lo vide sconfitto ai punti dal detentore del titolo Joe Frazier in quello che è ricordato come “l’incontro del secolo”.
Dopo 10 vittorie, per la seconda volta, Ali riassaporò di nuovo l’amaro sapore della sconfitta contro Ken Norton ai punti, ma sempre ai punti si prese la rivincita. Ancora una vittoria ai punti, nel secondo match contro Frazier che nel frattempo aveva perso il titolo.
– Il 30 ottobre 1974, riconquistò il titolo mondiale battendo per KO George Foreman a Kinshasa, Zaire nell’incontro passato alla storia come “The Rumble in the Jungle”. Fu una vittoria memorabile. Ali vinse l’incontro grazie ad una tattica che nessuno avrebbe mai pensato che attuasse; il Campione si incollò alle corde per 8 riprese, facendo sfogare tutta la potenza di cui disponeva Foreman. I colpi di Foreman venivano assorbiti dalla elasticità delle corda acui era appogiato Alì. Quando, verso la fine dell’ottavo round, si accorse che Foreman era stremato, Ali sferrò una serie di jab e uppercut che fecero crollare il rivale al tappeto per il conteggio finale.
– Il primo ottobre del 1975, Ali affrontò Frazier per la terza ed ultima volta, mettendo in palio il suo titolo mondiale, per stabilire chi dei due fosse definitivamente il più forte. Per la rara bellezza tecnica e per l’enorme coraggio dimostrato da questi campioni, questo incontro è ritenuto da molti il più grande incontro di tutti i tempi.
Fu una battaglia all’ultimo sangue, drammatico, che vide i pugili combattere con enorme coraggio, senza risparmiarsi un istante. Al 15° round, l’allenatore di Frazier ritirò il suo atleta, vedendolo letteralmente distrutto da Ali. Lo stesso Ali dichiarò di non sapere se sarebbe stato in grado di continuare l’incontro qualora Frazier non si fosse ritirato. Comunque al momento del ritiro del rivale, il Campione era in vantaggio ai punti.
– Nel 1977, Ali affrontò Earnie Shavers, battendolo per decisione unanime ai punti in un incontro spettacolare, in cui il campione fu messo al tappeto alla quattordicesima ripresa da un potente gancio destro di Shavers. Ali dichiarò in seguito che Shavers fu il più potente pugile che avesse mai affrontato.
– Nel 1978, Alì perse il titolo per decisione non unanime ai punti contro Leon Spinks, il quale perse subito dopo il titolo WBC per essersi rifiutato di combattere contro Ken Norton, a quel tempo il contendente numero uno per il titolo unificato. Ali vinse per decisione unanime ai punti la rivincita contro Spinks, riottenendo il titolo WBA, e subito dopo annunciò il suo ritiro.
– Nel 1980, ritornò per tentare di riconquistare il titolo WBC contro Larry Holmes, ma perse per getto della spugna alla decima ripresa.
– l’11 dicembre 1981 sale sul ring per l’ultima volta. Affronta per l’ultima volta Trevor Berbick e perse per decisione unanime ai punti dopo dieci round. Tutti notarono che Alì era molto più lento, il suo allenatore Angelo Dundee disse che lui parlava più lentamente del solito. Erano già chiari sintomi della Sindrome di Parkinson.
La carriera di Muhammed Alì si sintetizza in 61 incontri, 56 vittorie, 37 delle quali per KO. Ha perso per KO una sola volta.
– Nel 1991, si è recato a Bagdad per parlare personalmente con Saddam Hussein, allo scopo di evitare la guerra con gli Stati Uniti ormai alle porte.
– Nel 1996, ha commosso e stupito il mondo apparendo come ultimo tedoforo alle Olimpiadi di Atlanta; in quell’occasione gli fu anche riconsegnata la medaglia d’oro vinta a Roma nel 1960, sembra che abbia gettato l’originale in un fiume come gesto di protesta verso il suo Paese e la perdurante discriminazione razziale che lo portò a rifiutarsi di servirlo appunto perché nero.
– Nel 2005. Muhammad Ali è stato insignito della Medaglia Otto Hahn per la Pace della “Deutsche Gesellschaft für die Vereinten Nationen” a Berlino.
– Il 9 novembre 2005, ha ricevuto la più alta onorificenza civile statunitense dal Presidente George W. Bush: la Medaglia presidenziale della libertà.
Ali, forte sul ring, nella sua vita privata era debole in fatto di donne, si sposo 4 volte con 9 figli.
– Nel 1964, si sposò per la prima volta con Sonji Roi, una donna conosciuta solo un mese prima, con due figlie da relazioni extra-coniugali: Miya e Kualiah, i due divorziarono nel 1966. Le divergenze erano perché lei rifiutava di cambiare il suo stile di pettinatura e vestiario all’occidentale, come la stiratura dei capelli che da lui era visto come retaggio della schiavitu dove I capelli crespi erano considerati antiestetici.
– Nel 1967, si sposò con Belinda Boyd, una ragazza di otto anni più giovane. Da quesa unione nacquero quattro figli: Maryum, nata nel 1968, Jamillah e Liban, nate entrambe nel 1970 e Muhammad Ali Jr., nato nel 1972. Nove anni dopo i due divorziarono, a causa di una relazione tra Ali e Veronica Porsche, un’attrice e modella.
-Nel 1977, il pugile sposò Veronica ed insieme ebbero due figlie, Hana, nata un paio di anni prima, e Laila, nata nel dicembre del ’77, che diventata poi una eccellente pugile professionista, campionessa mondiale dei pesi Supermedi nel 2002. Si ritirò nel 2006 da imbattuta, vincendo tutti i 24 incontri disputati, di cui 21 per KO.
– Nel 1986 Muhammad e Veronica divorziarono e alla fine deloo stesso anno si sposò con Yolanda ‘Lonnie’ Ali, la figlia di due vecchi amici dei suoi genitori. Qualche anno dopo adottarono un bambino di nome Asaad Amin.
Muhammed Alì viene ricordato come il grande atleta, dotato di una forza di volontà e di un carattere d’acciaio, non si è fatto moralmente sconfiggere dalla malattia e continua a combattere le sue battaglie di pace, in difesa dei diritti civili, pur sempre rimanendo un simbolo per la popolazione di colore americana.
David Zahedi