Tra le 1500 opere confiscate dalla Germania durante Terzo Reich ci sono anche quelle dei famosi pittori Chagall e un Matisse. La procura di Augusta ha dichiarato nel corso di una conferenza stampa ha confermato la notizia del ritrovamento del tesoro di un valore di oltre un miliardo di euro, notizia già rivelata qualche giorno fa dal settimanale tedesco Focus.
La scoperta dell’appartamento, che si trova in un quartiere prestigioso di Monaco, risale al 28 febbraio del 2012, quando venne fatta una perquisizione nell’ambito di una indagine per evasione fiscale che era iniziata a seguito di un controllo su un treno Zurigo-Monaco alla fine del 2010. Le autorità stanno ancora indagando per capire se l’uomo sospettato nel caso possedesse i quadri illegalmente. Si trattava dell’ottantenne Cornelius Gurlitt, figlio del mercante d’arte Hildebrand Gurlitt, il quale alla fine della seconda guerra mondiale aveva fatto credere che le opere erano state distrutte nei bombardamenti del 1945 su Dresda. Secondo Focus l’indagato per evasione fiscale era stato proprio Cornelius Gurlitt, scoperto con molti contanti su treno Zurigo-Monaco.
Nell’appartamento di Monaco, fra i 1406 dipinti ritrovati, c’erano anche dipinti di maestri come Marc Chagall, Pablo Picasso, Henri Matisse, Henri de Toulouse-Lautrec, Gustave Courbet, Pierre Auguste Renoir e Canaletto. 121 dipinti con cornice e 1.285 senza, tutte in buone condizioni, finora sconosciuti.
Il direttore del servizio doganale di Monaco, Siegfried Kloeble, spiega che i dipinti sono stati trovati in una stanza, dove erano “conservati in modo molto professionale e in ottime condizioni”.
Gli investigatori spiegano di avere “prove concrete” che alcuni di questi capolavori sono stati saccheggiati dai nazisti togliendoli ai loro legittimi proprietari, mentre altri rientrano nei quadri classificati nel Terzo Reich come “arte degenerata”, capolavori sequestrati dai musei tedeschi dal 1937 in poi. Per “arte degenerata” si intendevano opere contemporanee o astratte realizzate da artisti che il regime di Adolf Hitler riteneva avessero caratteristiche “devianti”, che potevano influenzare negativamente i cittadini.
Per portare via tutti i quadri dall’appartameto gli addetti hanno impiegato tre giorni, e le autorità non rivelano dove possano essere adesso. Alle indagini sta collaborando Meike Hoffmann, esperta di “arte degenerata” all’università di Berlino, la quale ha dichiarato: “Questi casi sono di particolare rilevanza per i ricercatori di storia dell’arte”. Concludendo, ha aggiunto inoltre: “Quando si sta davanti alle opere che si ritenevano perse da tempo o distrutte e si vede che sono in buono stato, alcune sporche ma non danneggiate, si prova un’incredibile sensazione di felicità”.