Tutti la usiamo, non ne possiamo fare a meno,
ma non tutti conosciamo la storia…
Il termine “automobile” deriva da una miscela del greco αὐτός (pronunciata autòs) che significa “stesso, di sé, da sé”, e del latino mòbilis che significa “mobile, che si muove”, quindi il termine automobile indica “ciò si muove da sé”.
L’automobile viene poi, nell’era moderna, chiamata anche autovettura, auto o macchina. Vari modi che indicano un veicolo di trasporto di persone o cose in grado di muoversi autonomamente, senza forza fisica di animali, persone o da fenomeni naturali come il vento.
Inizialmente il termine “automobile” era usato al maschile; “gli automobili” che indicavano tutti i veicoli terrestri e i natanti, destinati al trasporto di persone o cose e mossi da motori a scoppio, a vapore ed elettrici.
Più tardi, nel linguaggio comune prevalse il femminile quando l’espressione “l’automobile” venne intesa come sinonimo della più popolare e generica “la macchina”. A questa trasformazione linguistica contribuì anche la lettera Gabriele D’Annunzio (Pescara, 12 marzo 1863 – Gardone Riviera, 1º marzo 1938) che, nel 1920, scrisse al senatore Giovanni Agnelli, dichiarandosi a favore della declinazione al femminile del termine.
La lettera che cambiò l’automobile: La lettera poi fu pubblicata dal Corriere della Sera il 27 ottobre 1923:
“Mio caro Senatore, in questo momento ritorno dal mio campo di Desenzano, con la Sua macchina che mi sembra risolvere la questione del sesso già dibattuta. L’Automobile è femminile. Questa ha la grazia, la snellezza, la vivacità d’una seduttrice; ha, inoltre, una virtù ignota alle donne: la perfetta obbedienza. Ma, per contro, delle donne ha la disinvolta levità nel superare ogni scabrezza. Inclinata progreditur. Le sono riconoscentissimo di questo dono elegante e preciso. Ogni particolare è curato col più sicuro gusto, secondo la tradizione del vero artiere italiano. Per consacrare l’accertamento del genere masc. o fem., ormai determinato dalla novissima macchina, Mastro Paragon Coppella, orafo del Vittoriale, osa offerire alla Sua figliuola e alla Sua nuora questi infallibili talismani. Le stringo la mano”.
Il Vittoriale. 18 febbraio 1920 Il Suo Gabriele d’Annunzio
Più tardi, il termine automobile subì la sua ultima evoluzione linguistica con l’abbreviazione in auto, forma molto usata anche in articoli, libri e in titoli di periodici. Da questa abbreviazione derivano numerose parole come automezzo, autoveicolo, autovettura, autoambulanza, autobus, autocisterna ecc. o altre realtà inerenti al mondo dell’auomobile come autodromo, autorimessa, autostop ecc..
L‘idea concettuale dell’automobile risale già nel sec. XIII, quando Ruggero Bacone (Ilchester, 1214 circa – Oxford, 1294), che già nel XIII secolo profetizzava l’avento di carri che senza cavalli corressero in grande velocità (Currus etiam possunt fieri ut sine animali moveantur cum impetu inaestimabili).
“Arriveremo a costruire macchine capaci di spingere grandi navi a velocità più forti che un’intera schiera di rematori e bisognose soltanto di un pilota che le diriga. Arriveremo a imprimere ai carri incredibili velocità senza l’aiuto di alcun animale. Arriveremo a costruire macchine alate, capaci di sollevarsi nell’aria come gli uccelli” . (Ruggero Bacone, De secretis operibus artis et naturae IV)
Lo stesso Leonardo Da Vinci (Vinci, 15 aprile 1452 – Amboise, 2 maggio 1519) aveva disegnato il prototipo di un’automobile che non venne mai costruito.
Le prime autovetture erano semmplicemente delle carrozze di cavalli muniti di un motore, nate per sostituire la trazione animale. La vera storia industriale ha origine nel XIX secolo, ma pochi sanno che la prima autovettura a 3 ruote fu progettata nel 1769 dall’ingegnere francese Joseph Nicolas Cugnot (Void-Vacon, 25 settembre 1725 – Parigi, 2 ottobre 1804). Il mezzo rivoluzionario, azionata da un motore a vapore a due cilindri verticali di 325 mm di alesaggio e 387 mm di corsa, per una cilindrata totale di circa 62.000 cm³, era soprannominato “macchina azionata dal fuoco” ed era in grado di portare un carico di oltre 4 tonnellate. Nella prima prova su strada percorse lentamente solo per una dozzina di minuti, raggiungendo una velocità di punta inferiore ai 10 km/h; ma comunque questa brevissima esibizione segnò l’inizio della storia della motorizzazione.
Ma, oltre la poca resistenza del Carro di Cugnot, sono da non sottovalutare gli altri suoi problemi: quello della lentezza della sterzata e quello di frenata. Infatti il primo prototipo si distrusse contro un muro. Solo nel luglio del 1771 venne fatto il secondo tentativo ottenendo il risultato sperato.
Attualmente, il Carro di Cugnot è conservato al Conservatoire National des Arts et Métiers di Parigi ed una replica nel Museo dell’automobile Carlo Biscaretti di Ruffia di Torino.
Il Carro di Cugnot fu un prototipo fondamentale che dopo poco più di un secolo, grazie a dei modelli introdotti da imprenditori come Karl Friedrich Benz (Karlsruhe, 25 novembre 1844 – Ladenburg, 4 aprile 1929), portò a nuovi sviluppi che diedero l’inizio all’industria dell’automobile.
L’interesse per la motorizzazione era molto sentita e le ricerche portavano a sviluppare nuovi modelli, alimentati soprattutto dalle industrie inglese. Infatti le città inglesi, Londra e Bath, si erano già muniti nel 1828 di un collegamento di autobus a vapore.
Grazie ad altre decisive innovazioni e alla fondazione di importanti aziende, verso la fine dell’Ottocento, l’autovettura diventò per la prima volta un fenomeno desiderato capace di fare concorrenza alla carrozza. Ormai anche dal punto di vista estetico l’automobile iniziava a sviluppare una sua personalità, distinguendosi dalle carrozze.
- Nel 1802, lo svizzero Isaac de Rivaz (Parigi , 19 dicembre 1752 – Solduno 30 luglio 1828) metteva a punto la prima vettura con motore a combustione interna.
- Nel 1839, ad Aberdeen, Robert Anderson introdusse il primo motore elettrico.
- Nel 1860 il belga Étienne Lenoir (Mussy-la-Ville, 1822 – La Varenne-Saint-Hilaire, 1900) mise a punto un modello alimentato a gas, applicato ad alcuni tricicli denominati Hippomobile.
- Nel 1864 l’italiano Innocenzo Manzetti (Aosta, 17 marzo 1826 – Aosta, 15 marzo 1877) mise a punto la prima autovettura a vapore moderna in grado di circolare lungo le strade. Si trattava quella carrozza a vapore citata da alcuni giornali valdostani e piemontesi tra il 1869 e il 1870.
- Nel 1876, Nikolaus August Otto (Holzhausen an der Haide, 10 giugno 1832 – Colonia, 26 gennaio 1891) inventò del primo motore a combustione interna a quattro tempi.
- Nel 1883, si vedono sorgere le prime fabbriche di automobili: in Francia a Puteaux, “la De Dion, Bouton et Trépardoux” e in Germania a Mannheim, la “Benz & Cie”. fondata dall’ingegnere tedesco Karl Benz, che aveva lasciato da poco la fabbrica di motori A.G. Gasmotorenfabrik fondata nel 1882.
- Nel 1884, la “De Dion, Bouton et Trépardoux” costruì una delle prime vetture a motore. Era una autovettura a vapore ed utilizzava come combustibile carbone, legno e carta. Venne chiamata “La Marquise” e raggiungeva la velocità massima 61 km/h. Insieme alla precedente “Mancelle” del 1878 di Amédée Bollée, La Marquise è considerata l’automobile di serie più vecchia del mondo.
- Nel 1884, Enrico Bernardi realizzò a Verona un prototipo di veicolo con motore a benzina, con tre ruote, con un motore di piccola potenza. Il prototipo fu presentato all’esposizione internazionale di Torino del 1884 ed è attualmente conservato nella facoltà di ingegneria a Padova.
- Nel 1886, Karl Friedrich Benz costruì il primo veicolo con motore endotermico. Karl Friedrich Benz registrò la Benz Patent Motorwagen con un unico brevetto, consacrandosi così come l’inventore della prima autovettura al mondo. Si trattava di un triciclo con grandi ed esili ruote a raggi, mosso da un motore monocilindrico orizzontale a quattro tempi di un litro di cilindrata, con una erogazione di 0,8 cavalli. Nel 1984, Karl Friedrich Benz è entrato a far parte del gruppo di persone che sono considerati i maggiori personaggi del campo automobilistico inseriti nell’Automotive Hall of Fame.
- Sempre nel 1886, il tedesco Gottlieb Wilhelm Daimler (Schorndorf, 17 marzo 1834 – Stoccarda, 6 marzo 1900) realizzò un modello indipendente da quelli di Benz. La sua vettura raggiungeva una velocità di 16 km/h.
- Tre anni dopo, nel 1889, il motore a quattro tempi di Daimler veniva installato su una vettura a quattro posti da René Panhard ed Émile Levassor.
- Nel 1890, Gottlieb Wilhelm Daimler fondò la Daimler-Motoren-Gesellschaft.
- Nel 1892, Rudolf Christian Karl Diesel (Parigi, 18 marzo 1858 – Canale della Manica, 29 settembre 1913) brevettò un nuovo modello, il che preludeva alla costruzione del primo motore Diesel.
- Nel 1894, Enrico Zeno Bernardi (Verona, 20 maggio 1841 – Torino, 21 febbraio 1919) realizzò il suo veicolo con motore a benzina e, per produrlo, nello stesso anno veniva fondata la Miari & Giusti, prima fabbrica italiana di automobili.
La concorrenza delle nuove industrie portò ben presto alla competizione dando vita alle prime gare automobilistiche, tra le quali la famosissima la Parigi-Rouen.
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- Nel 1898, arrivò il primo record di velocità, dell’automobile elettrica del francese Gaston de Chasseloup-Laubat che raggiungeva i 63,14 chilomenti l’ora.
- L’anno successivo, il 29 aprile 1899, Camille Jenatzy (Schaerbeek, 4 novembre 1868 – Habay-la-Neuve, 7 dicembre 1913) superò i cento km/h con La Jamais Contente, anche in questo caso un’auto elettrica. Con la sua linea appuntita, fu il primo passo verso lo studio aerodinamico.
- Nel 1899, nacque a Torino la FIAT, con la consulenza tecnica dell’ingegnere Enrico Bernardi che già dal 1896 aveva iniziato a realizzare industrialmente automobili con motori a scoppio nela ditta Miari e Giusti di Padova.
Nel XX secolo si apriva invece una ricerca più ampia per uso di cobustibili come il petrolio e l’alcool. Infatti, l’automobile a benzina finì per diventare il modello più affermato solo a partire dalla prima guerra mondiale.
Esteticamente, la prima auto non carrozziforme fu la Mercedes 35PS del 1901. Era in grado di raggiungere i 70 km/ora.
- Nel 1913, Henry Ford (Dearborn, 30 luglio 1863 – Detroit, 7 aprile 1947) ha introdotto nella sua azienda la catena di montaggio e il nastro trasportatore, di pari passo con la vittoria del motore a benzina. Nello stesso anno viene venduta la prima auto con avviamento elettrico.
L’automobile oramai inizia ad essere una esigenza sempre più desiderata e si pensa che debba essere a portata di tutti; fu così che il dittatori come Benito Mussolini e Adolf Hitler, sulla scia del costi della Ford modello “A” del 1927, decisero come propaganda politica, comissionare automobili a portata del popolo.
- Nel 1930, il Duce convocò il senatore del Regno d’Italia Giovanni Agnelli per informarlo della “inderogabile necessità” di motorizzare gli italiani con una vettura economica che non superasse il costo di 5.000 Lire.
Un’idea di grande impatto propagandistico che Adolf Hitler si affrettò a copiare convocando Ferdinand Porsche, gordinandogli di realizzare un’automobile dal costo non superiore ai 1.000 marchi. Entrambi modelli vengono presentati nel 1936, fu l’anno di nascita della Fiat Topolino e la Volkswagen Maggiolino. Fu enorme lo sforzo di Führer per dotare negli anni trenta il terzo Reich di una vera e propria rete autostradale: secondo il Führer l’auto era infatti un modo di far conoscere il territorio del Reich alla popolazione tedesca, più che un mezzo di trasporto urbano. L’auto doveva venire a costare meno di diecimila marchi.
Dopo la guerra, lo sviluppo industriale consentì innovazioni sempre diverse e più raffinate:
- Nel 1948, si vedono i primi pneumatici radiali.
- Nel 1951, arriva il primo motore ad iniezione. Il secondo dopoguerra fu per molti paesi europei come l’Italia un momento molto importante. Il parziale smantellamento dell’industria bellica ed il boom economico favorirono la diffusione dell’autovettura.
- Nel 1973, con la crisi del petrolio si sente la necessità di un sistema alternativo alla benzina: e così si da il via al progetto Diesel. Contemporeneamente al progetto diesel si sviluppano progetti per l’automobile elettrica, quella ad alcool e quella a gas (GPL e metano). In seguito, è nata anche l’auto ‘ibrida’, alimentata sia da benzina oppure dal gas o dall’energia elettrica.
L’automobile diventa una esigenza sempre più ricca di accessori con nuove funzionalità. Accessori per sicurezza come l‘airbag, un dispositivo di sicurezza posizionata all’interno del volante, della plancia, dei sedili o del padiglione di un’automobile per proteggere i passeggeri dagli urti in caso di incidente stradale, come il pilota automatico, introdotto in alcune autovetture, o il sistema di parcheggio automatizzato o di frenata del veicolo autonoma in caso di pericolo, il Sistema di Posizionamento Globale (GPS) che aiuta il conducente a trovare l’itinerario ottimale.
Alla fine del XX secolo, in un clima sociale, ambientale ed economico, si è sensibilizzati ai concetti di mobilità sostenibile e di energia rinnovabile. Come in Brasile, un paese che in virtù delle proprie risorse ha saputo utilizzare il bioetanolo per autovetture con il motore Flex. Infatti, in Brasile la raffinazione di canna da zucchero è una delle fonti di energia più importanti.
Normalmente le autovetture di oggi sono caratterizzate da tre volumi, detti anche vani: l’abitacolo (per il conducente e i passeggeri), la zona destinata ai bagagli (abbastanza contenuta) e il vano del motore. Ciascuna di queste parti può essere o non essere messa in evidenza dal profilo della carrozzeria.
Attualmente, per l’impegno costante delle case automobilistiche, possiamo beneficiare di diversi modelli di auto come:
- Berlina: una carrozzeria con tetto fisso, generalmente con 4 o 5 porte. Inizialmente il termine indicava, in origine, un particolare tipo di carrozza.
- Due volumi: in questo tipo di auto le portiere possono anche essere due e il vano per i bagagli non è completamente separato dall’abitacolo. Comprende le vetture medio piccole.
- Monovolumi: quasi sempre con quattro portiere, offre la possibilità, togliendo i sedili posteriori, di spazi simili a quelli di un furgone.
- Decapottabile: è dotato di un tetto in tela o in materiale rigido, chiamata hard-top, che all’occorrenza, può essere ripiegato nella parte posteriore per scoprire l’abitacolo. Da qualche anno si utilizza anche materiale di cristallo per dare, anche con il tetto chiuso, la sensazione di essere “open-air”.
- Spyder o Spider: è una decapottabile sportiva a due posti.
- Coupé: è una linea sportiva slanciata e filante, spesso concepita per due persone.
- Familiare o giardinetta o “station wagon”: è un 4 porte che ha, di solito, un profilo abbastanza allungato per permettere un vano bagagli più ampio. Variano da 5 a 7 posti.
- Multiuso: sono destinate al trasporto di passeggeri e dei loro bagagli o merci in un unico vano. Ha un profilo spesso continuo come una familiare o monovolume. Il primo modello di successo fu Renault Espace, prodotta dal 1984 al 1991.I sedili possono essere smontati e reinstallati grazie a pratici sistemi di ancoraggio. Il numero dei posti oscilla da 5 a un massimo di 9 posti.
- Auto volante: nel 1940 Henry Ford dichiarò: “Segnatevi queste parole: automobili e aeroplani si combineranno. Potete sorriderne, ma avverrà”. Quella profezzia si è avverata, i nostri sogni del passato si sono avverati con i progetti della “Terrafugia Transition” e di “AeroMobil 3.0”, che hanno già immessi sul mercato i primi automobili capaci di volare.
- SUV: è l’acronimo di Sport Utility Vehicle, una particolare categoria di autoveicoli dall’assetto rialzato con trazione integrale.
L’industria delle automobili ormai sono delle autentiche forme d’arte tecnologica, basata sulla bellezza, confort, sportività e sicurezza. Un esempio lampante di un’auto che racchiude in sè queste qualità è la Porsche Speedster del 2014.
Francesco Veramini